Attualità

Torino, animalisti imbrattano la sede di Coldiretti: "Inquina, sfrutta e uccide"

Le attiviste si sono incollate al portone della sede dopo averlo imbrattato di vernice

Due attiviste incollate alla sede di Coldiretti

Tre attiviste di 'Ribellione Animale' questa mattina - lunedì 11 dicembre - hanno imbrattato a Torino l'ingresso della sede di Coldiretti Piemonte. Le attiviste hanno steso uno striscione e si sono incollate alla struttura per ostruire il normale accesso all’edificio. 

"Coldiretti è la principale organizzazione degli allevatori e coltivatori italiani, contante quasi 340 mila aziende iscritte, il 35% del totale censito dalle Camere di Commercio, e detiene il primato anche nella superficie destinata ad allevamenti, quasi il 41% del totale", si legge in una nota, "Il potere della confederazione con a capo Prandini risiede esattamente nel numero di aziende sotto il suo nome. Coldiretti annualmente incassa quasi 35 milioni, più i contributi pubblici. Le risorse vengono usate per pagare profumatamente i dirigenti, attrarre talenti dalle concorrenti e dalle strutture ministeriali".

Le attiviste hanno poi accusato Coldiretti di essere filogovernativa e di avere uno stretto legame con Fratelli d’Italia e quindi con l’esecutivo: "Gli interessi sovranisti del Governo e di Coldiretti, come la crociata contro la carne coltivata, la demonizzazione e lo sterminio della fauna selvatica e il continuo incentivo al finanziamento zootecnico, sono ancora più stridenti di fronte alla crisi climatica ed alla necessità della tutela ecologica".

La protesta di Ribellione Animale si inserisce nel contesto della campagna nazionale, 'Futuro Vegetale', iniziata il 31 marzo con delle azioni coordinate all’interno di alcune catene della Grande Distribuzione Organizzata. "Ciò che chiediamo al Governo Italiano è la transizione del sistema alimentare attuale verso uno a base vegetale, alla luce del significativo impatto climatico ed ecologico che ha l’industria zootecnica in Italia e nel mondo", continua la nota, "Tra le misure che il Governo Italiano può immediatamente attuare vi è la rimozione dell’IVA al 22% sui prodotti di prima necessità a base vegetale, penalizzando quelli che hanno un alto impatto ambientale. Inoltre chiediamo la sospensione dell’apertura e dell’ampliamento di nuovi mattatoi e allevamenti, in modo tale da redistribuire i sussidi destinati all’industria zootecnica alla transizione agroecologica delle aziende italiane".

Iscriviti al canale TorinoToday su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere TorinoToday.


Si parla di