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Giovani medici bloccati dai ricorsi al concorso di specializzazione: a Torino e provincia sono 731

"Si procede con improvvisazione"

immagine di repertorio

Da mesi migliaia di giovani medici aspettano di poter entrare nei corsi di specializzazione, "bloccati - dice l'Associazione liberi specializzandi - dalla burocrazia e dalla disorganizzazione. Solo in Piemonte, sono 1.175 i medici 'sospesi' da settembre in attesa di conoscere il loro destino, 731 in provincia di Torino".

Si tratta in maggioranza di neo-laureati, che hanno partecipato come ogni anno al test per l’ammissione alle specializzazioni. Secondo la Als, a disposizione ci sarebbero 14.455 posti in tutta Italia, di cui quasi 850 nelle università piemontesi, Torino e Piemonte Orientale. “Lo scorso 22 settembre 2020, 24mila medici partecipano al test per le specializzazioni mediche. Il 5 ottobre era prevista la pubblicazione della graduatoria di merito, in attesa della pubblicazione delle assegnazioni nella giornata del 12 ottobre. Alle ore 12 del 5 ottobre veniamo a conoscenza che la graduatoria verrà pubblicata in successiva data a seguito di numerosi ricorsi pervenuti al Tar del Lazio”.

Poi c'è stata tutta una serie di rinvii, provocata dall'attesa dell'esito dei ricorsi. "Si tratta - dice ancora l'Als di un concorso su base nazionale, quindi in un gran numero di casi la preoccupazione dei corsisti è anche quella di dover cambiare città o regione, trovare una nuova sistemazione e iscriversi a un’altra università. Il rischio è di arrivare a gennaio senza che le destinazioni siano conosciute o di
dover effettuare tutti gli spostamenti durante il periodo festivo, per giunta nel pieno di una pandemia, con tutte le limitazioni che ne conseguono".

“Questa vicenda - commenta Guido Giustetto, presidente dell'Ordine dei medici e chirurghi e odontoiatri di Torino - è purtroppo esemplare per comprendere l’improvvisazione e la poca cura con cui in tutti questi anni è stato trattato il tema delle specializzazioni in medicina, come abbiamo denunciato più volte in passato, e che ha portato alle drammatiche carenze di personale nel servizio sanitario nazionale cui assistiamo oggi. Tutti i laureati in medicina devono poter accedere senza ostacoli agli studi di specializzazione, senza essere costretti ad andare all’estero e senza passare anni di incertezze in situazioni come questa, che compromettono fortemente la fiducia dei nostri giovani nelle istituzioni”.


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