Cronaca

Piazza Foroni, ancora proteste: "No al progetto del Comune"

L'associazione di ambulanti e commercianti di piazza Foroni non accetta compromessi: "Tredici centimetri appena separano le auto dai banchi"

Nemmeno i continui incontri sul delicato tema della riqualificazione di piazza Foroni sono serviti per calmare gli animi e trovare la quadra. La proposta presentata dall’assessore al Commercio Domenico Mangone è stata accolta dalla commissione ambulanti soltanto in minima parte. Grazie all’ultima variante ogni operatore manterrà il proprio posto al mercato mentre è stata risolta anche la questione relativa al parcheggio. Il Comune di Torino e l’ospedale Molinette avrebbero trovato l’accordo per affidare gli ex magazzini di via Bioglio all’associazione commercianti “La piazza Foroni”.

Pretese e ottenute ampie garanzie sull’adeguamento della piazza alle nuove normative igienico sanitarie. Burrasca piena, invece, sul tema del nuovo percorso della corsia veicolare d’emergenza. Punto su cui i commercianti non intendono fare ulteriori passi indietro. Quei 13 centimetri che separeranno le auto dai banchi non piacciono a nessuno. “I veicoli non possono passare a pochi centimetri di distanza dai banchi – ha ribadito Vincenzo Torraco della commissione ambulanti -. E’ inaccettabile, è troppo pericoloso. Al contrario vogliamo che la corsia centrale venga allargata per garantire un miglior via vai dei clienti”.

Un no secco è arrivato anche per la pedonalizzazione dell’area mercatale che graverebbe non poco sulle tasche dei commercianti. “Si a pedonalizzare la piazza, no all’estensione alle vie laterali”. Intanto a predicare la calma è la presidente della circoscrizione Nadia Conticelli. “C’è un brutto clima – dichiara Conticelli -. Non vogliamo certo un presidio delle forze dell’ordine ma allo stesso tempo occorre trovare una soluzione per non sprecare quello che a mio avviso è un importantissimo progetto di riqualificazione”.

Nei giorni scorsi si era anche sparsa la voce di un inizio dei lavori. Notizia poi smentita. “Serve un nuovo consiglio aperto - spiega Torraco -. Ci sono ancora questioni irrisolte. Il Comune, ora, ha fretta di far partire il cantiere ma per anni in troppi hanno sorvolato sulle nostre domande”.


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