Cronaca

I cimiteri di Torino, i 9 più importanti della storia della città

Fino al Settecento non esistevano, oggi i cimiteri sono parte importante della città. Ecco la storia dei più importanti di Torino

Fino al 23 dicembre 1777, quando a Torino vivevano circa 83.000 persone, i torinesi come un po' tutti in Italia e in Europa erano soliti seppellire i propri cari nei cortili e giardini delle chiese, perché si credeva di favorire così l'ascesa in Paradiso. Ma l'aumento della popolazione nelle città, le epidemie e le precarie condizioni igienico-sanitarie avevano convinto Vittorio Amedeo III a emanare, il 25 novembre di quell'anno, un regio decreto subito recepito dal vescovo Francesco Lucerna Rorengo di Rorà per trovare zone al di fuori delle mura per edificarvi dei cimiteri ove procedere a sepolture e inumazioni.

I CIMITERI CHE NON CI SONO PIÙ

È da oltre due secoli quindi che i torinesi si recano al camposanto per trovare i propri cari che non ci sono più. Il primo cimitero realizzato nel 1778 fu quello di San Pietro in Vincoli, poco dopo ci fu quello della Rocca, detto di San Lazzaro, in riva al Po. Se quest'ultimo è oggi scomparso, quello di San Pietro in Vincoli, tra via Cigna e la Dora, fu chiuso solo nel 1945, dopo i pesanti bombardamenti della seconda guerra mondiale. Abbandonato dal 1970 al 1984, riaprì come teatro, portando a una riscoperta di questa struttura.

In realtà, anche se più che di cimitero si può parlare di insieme di tombe, già nel Medioevo esisteva un luogo di sepoltura collettiva, denominato cimitero di Sant'Andrea. Situato tra il muro di cinta romano e l'antica collocazione della chiesa di Sant'Andrea, a fine '800 vide il ritrovamento di quattro tombe e di una moneta dell'epoca di Carlo Magno.

Un tratto del lato occidentale della cinta muraria di età romana in via della Consolata, © Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie

Un altro cimitero scomparso è quello di Pozzostrada, nell'isolato di via Trecate dove si trova oggi l'impianto sportivo del Pozzomaina. Realizzato a inizio Ottocento, fu traslato in un'altra zona nel 1841. Anch'esso fu pesantemente colpito dai bombardamenti del '42, e finì per essere soppresso nel 1951.

I CIMITERI IN FUNZIONE

A causa dell'aumento della popolazione, nel 1827 la città di Torino approvò il progetto di un cimitero generale, opera dell’architetto Gaetano Lombardi che scelse la collocazione del Regio Parco: sorse così il Cimitero Monumentale. La struttura del cimitero, a pianta quadrata con gli angoli smussati, era caratterizzata dalla cappella e dagli edifici di servizio in stile neoclassico. Nel corso dei decenni subì numerosi ampliamenti e nel 1882 vi fu costruito il tempio crematorio, uno dei primi in Italia.

Dopo quello monumentale, il più grande luogo di sepoltura di Torino è il Cimitero Parco, al fondo di corso Orbassano. Inaugurato nel 1972, si ispira ai modelli nordici immersi nel verde e minimalisti. Il terreno pianeggiante fu reso ondulato attraverso la creazione di collinette artificiali che nascondono i complessi di tumulazione. All’interno dei due cimiteri maggiori vi sono anche aree di sepoltura riservate alla comunità ebraica (Monumentale), evangelica (Monumentale e Parco) ed islamica (Parco), a ordini religiosi e corpi militari.

I cimiteri di Sassi, Cavoretto e Abbadia di Stura sono insediamenti a servizio delle zone urbane situate oltre i fiumi Po, Dora e Stura. Mirafiori è invece una piccola area cimiteriale, ultima testimonianza della ventina di cimiteri scomparsi a Torino tra fine Ottocento e inizio Novecento.


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