Cronaca

Oltre la Mole: i 5 edifici più strani ma belli di Torino

La Mole con il suo profilo è il simbolo di Torino. Ma in giro per la città non mancano palazzi dalla forma singolare: ecco i 5 più celebri

foto di MuseoTorino

Pur essendo “solo” dell'Ottocento, e probabilmente neanche l'edificio storicamente più importante, la Mole Antonelliana è unanimemente considerata il simbolo di Torino (oltre che un luogo per sposarsi e per mostre davvero singolari). Anche i torinesi, del resto, pur essendoci abituati, ogni volta che la vedono sbucare in qualche scorcio, anche solo in televisione o al cinema, non possono nascondere un misto di quell'ammirazione e stupore tipica dei turisti che la osservano per la prima volta. Gran parte del merito va sicuramente al suo profilo inconfondibile, alla sua forma particolare e unica.

La Mole Antonelliana, tuttavia, non è l'unico edificio “strano” di Torino. Anche senza contare i palazzi liberty (scopri i più belli della città), ci sono almeno 5 edifici davvero strani che tutti i torinesi dovrebbero conoscere.

Ecco quali sono:

Casa Scaccabarozzi

Chiamata così forse dice poco, ma il soprannome “fetta di polenta” è noto a tutti. Si tratta del palazzo trapezoidale di via Giulia di Barolo angolo corso San Maurizio il cui lato corto misura appena 54 centimetri. Una “scommessa” vinta proprio dal futuro architetto della Mole, Alessandro Antonelli: per i lavori fatti nel neonato quartiere di Vanchiglia ebbe in concessione un lotto molto piccolo in quel punto; provò ad acquistare quello confinante senza riuscirvi e allora nel 1840 fece costruire un palazzo di 6 piani nel quale visse per qualche anno con la moglie Francesca Scaccabarozzi, prima di trasferirsi in via Vanchiglia 9. Questo palazzo ha resistito all'esplosione di una polveriera, al terremoto del 1887 e anche ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, a riprova della sua estrema solidità. Oggi è un edificio con abitazioni private e mostre d'arte.

Rotonda di Talucchi

Questo è sicuramente il meno noto tra gli edifici strani di Torino: perché si trova all'interno dell'isolato tra via san Francesco da Paola, via Principe Amedeo e via Accademia Albertina. Realizzato tra 1826 e 1828 dall'architetto Giuseppe Maria Talucchi, era in origine destinato alla Scuola di Latinità: la sua pianta rotonda e la distribuzione degli spazi interna seguivano precise regole filosofiche ispirate all'inglese Jeremy Bentham. Dopo aver ospitato nel corso dei decenni classi di scuola elementare, di istituti di vario tipo e anche di scuole serali, dal 1979 è in concessione all'Accademia di Belle Arti, e dall'anno scorso è possibile contribuire ai lavori di restauro usufruendo dell'art bonus sulle tasse.

Palazzo a Vela

Tra via Ventimiglia e corso Unità d'Italia ci furono molti lavori e molte nuove costruzioni realizzate per l'Expo di Italia '61. Tra queste il Palazzo delle Mostre, poi chiamato Palazzo a vela o PalaVela: progettato da Franco Levi e da Annibale e Giorgio Rigotti, ospitò una mostra sulla moda durante l'esposizione del 1961; poi per molti anni è stata la sede della prima palestra artificiale di arrampicata in Italia, fino ai lavori per le Olimpiadi 2006: da allora ospita gare di pattinaggio e spettacoli, ma in passato è stato universalmente ammirato in una scena indimenticabile di “Colpo all'italiana”.

Palazzo del Lavoro

Molto meno fortunato il vicino Palazzo dell'Esposizione Internazionale del Lavoro, progettato anch'esso in quegli anni da Pier Luigi Nervi con Gio Ponti e Gino Covre. Negli anni ha ospitato mostre, fiere, uffici della polizia municipale, il distaccamento della facoltà di Economia, qualche evento commerciali e una discoteca, ma da diversi anni versa in uno stato di degrado e abbandono (oltre che incendi). Un anno fa il consiglio comunale ha dato il via libera alla costruzione di un centro commerciale da completarsi entro il 2018.

Foresta abitabile

Molto più moderno degli altri edifici strani di Torino: è un palazzo ricoperto e avvolto da piante che sbucano da ogni angolo, donando oltre all'effetto scenografico anche un'efficienza energetica ed ecologica di primo livello. Quest'anno la foresta abitabile – il cui vero nome è “25 Verde” e che si trova in via Chiabrera vicino al Ponte Isabella – è stata scelta dall'Economist come una delle case più creative del mondo. All'interno si trovano attici e appartamenti privati di grandi dimensioni.


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