Cronaca

Salse e conserve, una tradizione italiana nata a Porta Palazzo

Nell'Ottocento la pratica di conservare sotto vuoto ortaggi e legumi è nata nel più grande mercato ortofrutticolo d'Europa, grazie a un nome noto in tutto il mondo

Tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno, milioni di famiglie italiane ogni anno preparano bottiglie e barattoli di salsa, conserve, antipasti, verdure e ortaggi di vario tipo, in modo che anche durante la stagione fredda si possano gustare i prodotti della terra che maturano nei mesi caldi.

Per chi non ha il tempo o la capacità di farsi da sé le conserve, esistono da più di un secolo quelle industriali, che in alcuni casi non hanno niente da invidiare alle conserve fatte in casa. E soprattutto, per noi torinesi, c'è l'orgoglio di pensare che le conserve siano nate proprio nella nostra città.

E non in un luogo qualunque di Torino, ma in un posto che è il simbolo dello scambio tra cittadini e contadini, ovvero Porta Palazzo.

La storia e le curiosità

È qui, nella piazza di uno del mercato all'aperto più grande d'Europa, che nell'Ottocento sono state prodotte le prime conserve, grazie al genio di un commerciante nato a Nizza Monferrato, Francesco Cirio, fondatore dell'omonima azienda.

Nato a Natale del 1836, Cirio visse la sua infanzia nell'astigiano, dove aveva imparato quanto importante fosse coccolare i suoi clienti, a cui portava a domicilio gli ortaggi acquistati al mercato verso l'orario di chiusura. Trasferitosi a Torino con la famiglia, continuò sullo stesso stile: a fine giornata acquistava frutta e verdura a prezzi ribassati, se li caricava sul carretto e si dirigeva verso le periferie della città a vendere i prodotti.

Ma a volere ortaggi di qualità non erano solo i paesini e le periferie lontane dai mercati, ma anche i grandi regni stranieri, dove già nell'Ottocento era fortissimo il richiamo della gastronomia italiana. Il problema, come Cirio capì subito, era trovare un modo che consentisse di far arrivare a Londra, Parigi, Berlino, Vienna e altrove i prodotti della campagna italiana senza che questi deperissero nel viaggio e col trasporto per molti chilometri.

L'aiuto tecnico e tecnologico venne dalla appertizzazione, l'invenzione di Nicolas Appert che nel 1795 aveva scoperto come aspirare l'aria da barattoli e vasetti chiusi ermeticamente. Così Cirio comprò un laboratorio con un grosso camino proprio dietro Porta Palazzo. Qui nel 1875 iniziò la produzione delle conserve di verdure e legumi: il primo prodotto furono i piselli, a cui seguì quello che è diventato il simbolo stesso della Cirio, ovvero i pomodori pelati.

Alla morte del suo fondatore, nel 1900, la Cirio si trasferì in provincia di Napoli, a San Giovanni Teduccio, ma è bene ricordare che la storia delle conserve italiane è nata nella nostra Torino: a eterna memoria, in piazza della Repubblica 24 è stata collocata una targa con un bassorilievo, anche se la data di nascita di Cirio è indicata per errore nel 1835. 


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