Cronaca

"Aperto sostegno all'Isis", controllate decine di fiancheggiatori telematici

Rapporto annuale della polizia postale di Torino: tra le attività del 2016 spicca il monitoraggio dei sostenitori del terrorismo islamico

Ci sono alcune decine di simpatizzanti, se non addirittura di fiancheggiatori, degli jihadisti anche a Torino e provincia, che vengono monitorati dalle forze dell'ordine.

E' quanto si evince dal rapporto annuale dell'attività della polizia postale nel capoluogo piemontese, che  sostiene che "l’attività di monitoraggio delle principali piattaforme social condotta con l’ausilio di un mediatore di lingua araba ha consentito di segnalare all’autorità giudiziaria numerosi profili che conducevano un’azione di aperto sostegno all’Isis attraverso la pubblicazione di immagini e video inneggianti alla jihad".

Sono stati scandagliati decine di profili Facebook, Twitter e di altri social network. Tutto il materiale monitorato è stato messo a disposizione della Digos che si occupa di tutte le indagini sui movimenti terroristici.

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Nel 2016 la polizia postale ha lavorato soprattutto negli ambiti della prevenzione e contrasto alla pedopornografia online, alle protezione delle infrastrutture critiche di rilevanza nazionale, del financial cybercrime e di quelle relative alle minacce eversivo-terroristiche riconducibili a forme di fondamentalismo religioso di matrice islamista, anche in contesto internazionale.

Per quanto riguarda il fenomeno dell’adescamento online dei minori sono stati seguiti 18 casi, con conseguente denuncia dei responsabili all'autorità giudiziaria. Sono state arrestate cinque persone che detenevano e diffondevano materiale pedopornografico servendosi mediante sistemi di navigazione anonima. Su 1.078 siti internet analizzati ne sono stati trovati 98 a carattere pedopornografico che sono stati inseriti nella blacklist istituita a norma di legge.

In due casi, grazie al controllo delle reti telematiche, gli agenti sono riusciti a fermare dei suicidi che erano stati annunciati sui social network.

Sono stati bloccati numerosi attacchi informatici diretti a istituzioni pubbliche e private e sono state bloccate transazioni fraudolente per un importo che sfiora i tre milioni di euro, riuscendo a recuperare oltre 500mila euro di denaro liquido. Nove persone sono stare arrestate e 200 denunciate per queste ragioni. Sei persone sono state arrestate e altre 30 sono state indagate per clonazione di carte di credito di sportelli bancomat e di colonnine dei distributori di carburante.


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