Cronaca

Operazione Cloud Atlas, spuntano 380 account di posta elettronica con materiale pedopornografico

L’indagine è partita dal rinvenimento di circa 800 immagini e 40 video a carico di un trentenne padovano, perquisito lo scorso anno

Immagine di repertorio

Ricevevano materiale pedopornografico mediante posta elettronica, un giro piuttosto consolidato e strutturato.

Sono tre gli italiani, su 380 account, individuati dal compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni “Veneto” che, inseriti all’interno di diverse mailing list, avrebbero ricevuto del materiale pedopornografico in maniera sistematica e continuativa. Tra di loro anche un torinese (oltre a due utenti di Lecce e Venezia).

L’indagine - chiamata Cloud Atlas - è partita dal rinvenimento di circa 800 immagini e 40 video a carico di un 30enne padovano, perquisito lo scorso anno e indagato per divulgazione di materiale pedopornografico.

Dall’uomo è partita la ricerca che ha portato alla scoperta di una fitta rete, con numerose mail e altrettanti destinatari. Su spazi virtuali venivano caricate immagini raffiguranti anche bambini molto piccoli coinvolti in atti sessuali.

Due di queste persone avevano avviato una fitta corrispondenza finalizzata allo scambio di materiale pedopornografico, quantificato in circa 900 video e 30mila immagini per un totale di quasi 32 GB, raffigurante scene di sesso tra minori e adulti.  In alcuni casi i soggetti coinvolti sembrano avere persino meno di 10 anni.


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