Cronaca

Offensiva contro l'argenteria taroccata: sequestrati 60mila pezzi, 29 denunciati

Controlli a tappeto della guardia di finanza nei negozi di città e provincia. Una trentina di esercizi sono stati chiusi

Parte dell'argenteria sequestrata dalla guardia di finanza

Dieci tonnellate di argento falso sequestrato, suddivise in 60mila pezzi e per un valore di circa tre milioni, 29 persone denunciate e una trentina di negozi chiusi: sono i numeri di un’operazione della guardia di finanza di Torino che, al termine di una lunga indagine, nella mattina di oggi, martedì 18 aprile 2017, ha fatto scattare una serie di controlli a tappeto prevalentemente a Torino e provincia ma anche nel Monzese.

Gli interventi e i sequestri sono avvenuti in negozi di Torino, Grugliasco, La Loggia, Settimo Torinese, Rivarolo Canavese, Cuorgné, Montalto Dora, Burolo, San Mauro Torinese. In Lombardia, invece, a Melegnano e San Giuliano Milanese.

L’attività investigativa, coordinata dalla procura della Repubblica di Torino, ha consentito di ricostruire l’intera filiera produttiva e distributiva, interamente di matrice cinese e nordafricana. Il gruppo avrebb commercializzato, per anni, sul territorio nazionale migliaia di cornici portafoto, elementi d’arredo di lusso, vassoi e teiere falsamente etichettati 'Silver' o 'Silver Plated' benché non vi fosse alcuna traccia di argento. Si trattava, inoltre, di prodotti importati dal Belgio, dalla Svizzera oppure dalla Cina e falsamente etichettati come 'Made in Italy'. Grazie agli esami effettuati dal laboratorio chimico dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli di Torino è stato possibile accertare che i prodotti erano composti da ferro, rame o addirittura da leghe assai meno nobili.

Molti degli articoli sono finiti anche all’interno di noti locali etnici, situati nella zona del Quadrilatero di Torino.

Nel corso dell'operazone i finanzieri hanno Inoltre sequestrato migliaia di monili, collane e braccialetti composti da pietre dure semipreziose spacciate per turchesi, perle o quarzo Ialino, quest’ultimo noto perché molto utilizzato nella pratica della cristalloterapia: si trattava di pietre di fiume verniciate, plastica o residui della fusione del vetro.

Oltre al problema della frode, c'è anche quello della salute pubblica: i materiali utilizzati per la contraffazione spesso non rispettano le normative per la sicurezza; in alcuni casi potrebbero verificarsi problemi di allergie per il contatto con il nichel.

I denunciati devono rispondere di frode in commercio e vendita di prodotti falsi, rischiano sino a tre anni di reclusione.


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