Cronaca

Orientarsi a Torino? Ecco le 10 vie da conoscere per capire tutto, o quasi

Dal centro alle periferie, ecco le strade più importanti per comprendere e conoscere davvero Torino

Conoscere una città significa innanzitutto conoscere le sue strade: perché è necessario orientarsi dovunque ci si trovi, ma anche perché quelle vie hanno in qualche modo vissuto tutta la storia della città e dei suoi abitanti.

Così, dalle origini fino ai giorni nostri, a Torino ci sono strade che rappresentano molto più di un indirizzo. Non sono per forza le più lunghe (che sono qui), ma ecco 10 strade (4 vie e 6 corsi) indispensabili per capire e conoscere davvero Torino.

Via Garibaldi

Nell'antica via Dora Grossa è stata decisa la spedizione dei Mille del 1861; nel 1979 è stata chiusa al traffico, non senza polemiche, divenendo con i suoi 963 metri la via pedonale più lunga d'Europa (primato poi ceduto nel 1984 a Rue Sainte Catherine di Bordeaux). Ma l'importanza storica di questa strada è antica tanto quanto la fondazione di Augusta Taurinorum: era lungo questa via infatti che si sviluppava il Decumanus Maximus dell'antico accampamento romano da cui è nata la nostra città e il suo tipico tracciato urbano fatto di vie che si intersecano perpendicolarmente.

Via San Tommaso – Porta Palatina

All'epoca romana i confini delle mura e delle porte di Torino erano all'incirca: via della Consolata, corso Regina Margherita, piazza Castello e via Cernaia. Se via Garibaldi congiungeva la Porta Praetoria (i cui resti si vedono in Palazzo Madama) e la Porta Decumana (su via della Consolata, oggi scomparsa), via San Tommaso e via Porta Palatina rappresentavano il Cardo Maximus, perpendicolare al decumano, che univa la Porta Principalis Sinistra, più tardi detta Porta Marmorea, che si trovava all'angolo tra via Santa Teresa e via San Tommaso, con la Porta Principalis Dextera, conservatasi nei millenni e oggi nota con il nome di Porta Palatina o Porta (del) Palazzo.

Via Roma

Fino al 1871 si chiamava via Nuova (o Contrada Nuova): fu inaugurata a fine Cinquecento su disegno Ascanio Vitozzi e per volontà di Carlo Emanuele I di Savoia. L'aspetto attuale, con gli eleganti portici e le vetrine dei negozi, si deve invece agli interventi compiuti negli anni '30 del Novecento. Un tempo puntellata di negozi di lusso, oggi continua a essere frequentata per gli amanti di uno shopping più moderno e relativamente economico.

Via Po

È forse la via più amata dai torinesi. I portici sono molto più antichi di quelli di via Roma: risalgono al 1720, quando per volontà di Vittorio Amedeo II la vecchia Contrada di Po – la strada che fin dallo sviluppo urbanistico seicentesco voluto da Carlo Emanuele II portava al fiume e di lì attraverso un ponte di pietra a Chieri e il Monferrato – fu riedificata nell'aspetto che ancora conserva. Nella prima metà dell'Ottocento, invece, Vittorio Emanuele I fece aggiungere i balconi porticati che si trovano sul lato sinistro verso il Po, in modo che si possa passeggiare lungo la via e fino alla piazza senza bagnarsi anche in caso di pioggia.

Corso Vittorio Emanuele II

Oggi è considerato il confine sud del centro città, ma quando fu inaugurato nel 1814 era un viale periferico che portava alla campagna, non lontano dalla chiesa di San Salvatore di Campagna (da cui San Salvario). Poi è arrivata la stazione di Porta Nuova, e da allora corso Vittorio è diventato la cartolina di benvenuto a Torino per milioni di persone, oltre che un arteria importante del tessuto urbano.

Corso Regina Margherita

Con 8 chilometri è il corso più lungo della città, e come corso Vittorio fu tracciato nel corso dell'Ottocento sulla linea di un'antica strada della circonvallazione (poi Viale San Massimo e di Santa Barbara). Fu poi intitolato alla prima regina d'Italia, la stessa regina Margherita cui è dedicato l'ospedale infantile e, secondo un'antica tradizione, anche la pizza che porta il suo nome.

Corso Moncalieri-Casale

Fin dal Quattrocento un ponte di pietra nell'attuale piazza Vittorio portava all'altra sponda del Po, parte strategica del territorio torinese per l'accesso al Monferrato. A Borgo Po infatti l'economia locale puntava molto sulle dogane e i caselli, oltre che sulla pesca, mentre più tardi qui si trovavano le lavandaie della città. Da una parte verso Casale, dall'altra fino a Moncalieri, lungo questo corso che costeggia il Po si trovano quartieri precollinari di grande fascino.

Corso Francia

Corso Regina Margherita è il più lungo della città ma solo perché corso Francia è suddivisa tra Torino, Collegno e Rivoli. La strada fu realizzata per editto regio nel 1711 sull'antico tratto della via Francigena che da Roma porta in Francia, e che a Torino passava da porta Susa verso via Garibaldi collegando il centro cittadino. Dalla residenza reale di Rivoli alle ville liberty passando per il Villaggio Leumann, la strategicità di questo asse viario ha attirato nei secoli case nobiliari e insediamenti produttivi, e anche un temporaneo cambio di denominazione durante la seconda guerra mondiale, quando fu chiamato corso Gabriele d'Annunzio.

Corso Massimo d'Azeglio-Unità d'Italia

Da corso Vittorio Emanuele II fino al confine sud di Torino con Moncalieri, in qualche parte parallelo corso a Moncalieri si estende questo corso che fiancheggia il Valentino e poi il parco fluviale del Po fino alle Vallere, in zona ospedali, dove si trovano anche il parco di Italia '61 e il Museo dell'Automobile; nel tratto davanti alle Molinette, è invece dedicato al cardiochirurgo Achille Mario Dogliotti. Una grande parte della storia torinese si è sviluppato lungo questo asse che porta alle autostrade che i torinesi percorrono da decenni per andare al mare.

Corso Giulio Cesare

È la strada più importante di Torino nord, e lo è praticamente da sempre. Nel 1823 il nuovo piano urbanistico decise uno sviluppo verso nord, lungo l'asse che conduceva verso il Canavese e di lì verso Milano. Fu quindi costruito il Ponte Mosca, che segnava l'ingresso monumentale alla città e l'inizio di quello che fu appunto battezzato corso Ponte Mosca. Solo dai primi decenni del Novecento questo asse che collega il centro a Barriera di Milano, Aurora, Rebaudengo e Pietra Alta fu intitolato a Giulio Cesare, che soggiornò nei pressi delle porte Palatine quando fu console delle province romane della Gallia dal 58 al 50 a.C.


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