Cronaca

Le parabole sono l'incubo di via Centallo: "Dopo sette anni basta"

I cittadini della zona protestano da tempo contro la ditta che ha costruito le parabole tra viale Puglia e via Centallo. "Non possiamo vivere in queste condizioni", denunciano i residenti. Ma nessuno sembra voler dar loro ascolto

Quella degli abitanti di via Centallo è una storia paradossale, che dura da sette lunghi anni, per l’esattezza dall’estate del 2005. Tutto cominciò il giorno in cui il grande bosco che governava la visuale da via Centallo e da via Puglia venne abbattuto. La ditta che si appropriò del terreno costruì una fortezza dove spiccavano,e spiccano ancora oggi, enormi parabole una attaccata all’altra. Dopo alcuni mesi iniziarono le prime sonore proteste di chi abitava proprio a due passi dal futuro colosso.

Il Comune, la circoscrizione e la stessa ditta si trovarono attorno ad un tavolo per valutare la situazione. I dati stimati dell’inquinamento elettromagnetico vennero considerati al di sotto del limite imposto dalla legge e, quindi, buoni per avviare i lavori. Anche sul deprezzamento delle abitazioni il Comune fu chiaro facendo intendere che non ci sarebbe stato questo rischio e appellandosi, in aggiunta, a ciò che era successo in altre due città famose: Roma e Milano. A quattro anni di distanza le cose non son sembrano essere andate in questo senso.

Gli abitanti di via Centallo, in zona Barca e Bertolla, vivono tutt’ora con questi enormi problemi e nessuno sembra in grado di aiutarli. Loro stessi si considerano cavie da laboratorio, persone abbandonate ad una vita all’insegna della disperazione. "La ditta che aveva promesso seri controlli sulle emissioni non è stata di parola", questo secondo il parere unanime degli abitanti. Per non parlare della vegetazione che avrebbe dovuto ridurre il grigio effetto visivo, anche di questa operazione non si ha alcuna traccia. I due metri di alberi promessi, che avrebbero dovuto ricoprire le parabole, non sono mai stati realizzati.

"Per speculazione edilizia ci stanno facendo morire", questo il coro che non ammette deroghe. "Vogliamo che portino via quelle parabole perché, così, è inaccettabile. Ci stanno condannando ad una morte lenta ma sicura – spiega Vincenzo – La notte dormiamo male a causa delle vibrazioni emesse dalle parabole. Sentiamo rumori fastidiosi e notiamo sulla nostra pelle e sul nostra testa i sintomi di tali apparecchi". E pur di non rischiare ancora qualcun è già scappato mentre altri lottano perché da quelle case, volenti o nolenti, non possono andarsene.


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