Cronaca

Francesco, 20 anni: "Vi racconto la cronaca dell'inferno"

Salve, sono Francesco P. e sono sopravvissuto agli avvenimenti di Piazza San Carlo. Dico sopravvissuto perché vivere quella situazione dal vivo è stata una apocalisse.

Innanzitutto voglio ringraziare i molti che affettuosamente hanno chiesto mie notizie e mi hanno aiutato anche da lontano. Adesso è tempo di fare più chiarezza possibile per evitare episodi del genere in futuro. Cercherò di descrivervi più realisticamente possibile cosa ha significato per me trovarmi in mezzo a quell'inferno.

Prima però vorrei puntualizzare alcune cose: le persone che si trovano in condizioni gravi (e non) lo sono a causa, soprattutto, del vetro spaccato e sparso per tutto il suolo della piazza. Ai controlli per accedervi, come è giusto che sia, venivano sequestrate queste potenziali armi e, una volta dentro trovavi venditori ambulanti con al seguito bottiglie in vetro.

La cronaca dell’inferno.

In occasione della finale di Champions League Real Madrid-Juventus ti convinci a scendere in Piazza San Carlo per supportare la squadra italiana. Controlli di sicurezza per accedervi all'interno. Li superi. Sei dentro. Minuto dopo minuto la folla si fa più gremita, più irrazionale e meno individuale. Ventimila, ti trovi in mezzo a VENTIMILA persone. Fatichi a muoverti. L'inizio del tanto atteso match è vicino. Entusiasmo. Foga. Speranza. Comincia.

1-0. 1-1. 2.1. 3-1. L'entusiasmo si spegne si riaccende e si spegne nuovamente, stavolta definitivamente.

Al suo posto emerge il panico la sopravvivenza la psicosi. Non hai tempo di realizzare il risultato. Tutto a un tratto la terra sotto ai tuoi piedi comincia a tremare. Ti volti. Cerchi una spiegazione che non arriverà: una mandria di diecimila cavalli selvaggi corre verso di te. Travolge. Catapulta. Calpesta. Panico: Non riesci a respirare. Se cadi muori, lo dai per certo. Istinto di sopravvivenza: non posso morire a vent'anni. Calma. Resisti alle cariche. Non cadi. Incroci volti disperati che chiedono aiuto mentre vengono risucchiati dalla folla. Vorresti aiutarli. Non puoi. Resisti ancora. Rimani in piedi. Fuggi via da quell'inferno. Corri. Scappi come non hai mai fatto. Un forte boato irrompe e spezza i tuoi pensieri. Bomba. Attentato. Questo ti balena nella mente. Corri più forte. Feriti dappertutto. Madri che urlano nomi dei figli. Hanno le mani in testa e le lacrime agli occhi. Non hai tempo. Non puoi fermarti. Ti accorgi dei tuoi vestiti sporchi di sangue. Non tuo. Sei lontano adesso. Ti fermi. I tuoi amici. Cerchi di contattarli. Avvisi i tuoi cari che stai bene. Respiri. Cerchi di riavvolgere il nastro delle immagini. Immagine confuse. Disperate. Quanti ne saranno morti? Quanti?! Il panico fa posto alla rabbia. Sei sopravvissuto...”

Certe situazioni, per quanto possiamo sforzarci di immaginare, non si ha idea di cosa significhi viverle.

Non auguro a nessuno di trovarsi in situazioni del genere.

Grazie a tutti,

Francesco


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