Cronaca

Processo Ream, assoluzione definitiva per l’ex sindaca Chiara Appendino

La Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dalla procura generale di Torino

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del Procuratore Generale di Torino mettendo la parola fine al processo Ream che vedeva coinvolta l’ex sindaca di Torino. Chiara Appendino: “Oggi è un bel giorno perché la giustizia ha confermato definitivamente ciò che ho sempre sostenuto, difendendomi nel processo e non dal processo: non ci fu alcun falso su nessun bilancio. La mia condotta, da Sindaca, rappresentante delle Istituzioni e dei cittadini, è sempre stata corretta e cristallina. Oggi è un bel giorno perché quel processo, iniziato su un esposto di natura politica, ha dimostrato che le accuse erano totalmente infondate”.  

Appendino, condannata in primo grado a 6 mesi di carcere, aveva ottenuto la sentenza di non colpevolezza in Corte d’Appello. Dopo sette anni di processi, la Cassazione ha messo la parola fine sul caso Ream, il debito da 5 milioni di euro che secondo l'accusa sarebbe stato appostato fuori dal bilancio del Comune nel 2016, per la prelazione di acquisto sull'area ex Westinghouse.

Assolti definitivamente dall’accusa di falso ideologico, insieme all’attuale parlamentare del Movimento Cinquestelle, anche l'ex capo di gabinetto Paolo Giordana e l'ex assessore al bilancio Sergio Rolando.

Andrea Russi: “Lo Russo chieda scusa"

Arriva oggi la reazione del Capogruppo Movimento 5 Stelle in consiglio comunale, Andrea Russi: “La Corte di Cassazione si è pronunciata: Chiara Appendino è definitivamente assolta nel processo Ream. Non ci fu alcun falso in bilancio, al contrario di quanto sosteneva Lo Russo, autore (insieme a Morano poi condannato in via definitiva per concussione nel processo Cacao) dell’esposto in Procura che diede il via al processo. Il processo fu cavalcato politicamente e mediaticamente dal Partito Democratico torinese (ai tempi guidato dall’attuale assessore Carretta) e nazionale, allora guidato da Renzi. Garantisti, ma a intermittenza. Tanto è già stato detto, ma è sull’aspetto politico che vorrei soffermarmi. Chiara fu condannata in primo grado prima delle elezioni del 2021 e per questo non si ricandidò comunicando la decisione in un video. L’assoluzione in appello arrivò dopo le elezioni. Quelle elezioni le vinse, come sapete, Lo Russo che, nei fatti, si spianò la strada per fare fuori la sua principale avversaria elettorale, la sindaca uscente. Questi sono fatti, non opinioni. Per non parlare del danno morale di chi ha affrontato 6 anni di calvario. Cosa dovrebbe fare, oggi, Lo Russo? Il buonsenso e la buona educazione gli imporrebbero di chiedere pubblicamente scusa ad Appendino, Rolando e Giordana, al M5S e, soprattutto ai torinesi”.
 


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