Cronaca

Indagini sul mercato nero dei pezzi di ricambio per auto, confiscati beni per 600mila euro a un 56enne

Tra i beni sequestrati una villa del valore di mezzo milione di euro, una società di autodemolizione e un’autovettura

Immagine di repertorio

Nei confronti di un 56enne italiano la polizia di Stato ha confiscato beni per un valore di circa 600.000 euro tra cui una società di autodemolizione e una villa del valore di mezzo milione di euro. Un’articolata attività di indagine svolta dalla locale Divisione Polizia Anticrimine ha messo in luce una evidente sproporzione fra l’elevato tenore di vita ostentato dall’uomo e i redditi dichiarati, in base ai quali rasentava addirittura la soglia di povertà. Per questo, su proposta del Questore di Torino e a seguito dell’attività di indagine, la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Torino ha emesso un provvedimento di confisca di un ingente patrimonio accumulato dal 56enne, secondo gli inquirenti, attraverso una documentata attività delittuosa nel settore delle auto e dei pezzi di ricambio. 

L’uomo, con diverse condanne definitive a proprio carico per delitti contro il patrimonio, era stato individuato nell’ambito di un’indagine condotta dalla Polizia Stradale di Torino come appartenente ad una banda dedita al furto e alla ricettazione di autovetture di lusso che, una volta rubate, venivano smontate in varie parti e poi esportate in diversi paesi del Nord Africa. Per questi fatti l’uomo è stato condannato in primo grado nel 2021 (e per il quale vige la presunzione di non colpevolezza sino alla sentenza definitiva). "Riconosciuta l’elevata pericolosità sociale del soggetto, il Tribunale di Torino ha inoltre irrogato a suo carico la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per tre anni, con obbligo di dimora nel comune di residenza", si legge in una nota diffusa dalla questura. 

Tra i beni sequestrati ci sono una villa a Leini del valore di mezzo milione di euro, una società di autodemolizione (risultata agli inquirenti fittiziamente intestata a un suo familiare e attraverso la quale il 56enne avrebbe svolto proprio l’attività contestata), un’autovettura, diversi automezzi utilizzati per l’attività di impresa e dei conti correnti ad essa riconducibili.
 


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