Cronaca

Ricerca Inthera, la maggior parte dei torinesi è soddisfatta della sua città

Ad essere apprezzati la cultura, il verde pubblico, la pulizia delle strade e la sanità. L'unica nota dolente è la sicurezza

La maggior parte dei torinesi è contenta della propria città. Questo è ciò che emerge dalla ricerca realizzata da Inthera, la società di content & data marketing del Gruppo Mondadori. Scendendo nel dettaglio il 69% dei cittadini si sente orgoglioso di vivere sotto la Mole e il 68% spera anche che i propri figli continuino a viverci. 
 
Secondo i dati, raccolti e analizzati con il mertodo “Emotional marketing”  i torinesi apprezzano molto la cultura che si respira nella loro città e le mille opportunità per occupare al meglio il tempo libero, che si sono create soprattutto dalle Olimpiadi invernali del 2006 in poi.

Ma come ha sottolineato la responsabile delle ricerche di Inthera, Pamela Saiu, i torinesi hanno anche una buona autostima, perché ritengono  di avere una grande apertura mentale, prestano grande attenzione all’ambiente e sono soddisfatti della qualità della vita complessiva in città. In concreto, per la stragrande maggioranza dei torinesi la cura per l’ambiente si esprime per esempio nella convinzione che sia necessario riciclare i rifiuti

Ad avere successo in città il verde pubblico, gli impianti sportivi, i servizi sanitari, la pulizia delle strade. Ma c’è anche qualche nota negativa: il 19% degli intervistati dice di aver subito un atto criminale nell’ultimo anno e lamenta poca attenzione alla sicurezza. “Dall’indagine emerge la nostra torinesinità – ha commentato la sindaca Chiara Appendino - e preoccupa un po’ il tema della sicurezza. Ci sono alcune situazioni di periferia molto complicate come quelle in cui sorgono i campi rom e dove stiamo intervenendo con i fondi stanziati dal Comune”. 
 
I torinesi poi amano il loro lavoro. Per il 44% del campione, non è giusto fare soltanto il “minimo indispensabile” ma bisogna darsi da fare; opinione condivisa da un ulteriore 32% degli interpellati. Addirittura, il 54% degli interpellati si spinge a dire che considera il lavoro più come un’occasione per realizzarsi a livello personale che come una semplice occupazione.

Il 73% degli interpellati vuole “arrivare al vertice” della sua carriera ma la famiglia, con i suoi valori e il suo calore, non è considerata subaterna rispetto all'occupazione. Per la precisione, l’84% degli interpellati considera “poco” o “per niente” corretta l’affermazione che “la famigia viene sempre dopo il lavoro”.


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