Cronaca

Stupinigi, palazzina di caccia e di storie leggendarie: 5 curiosità da conoscere

Tutti i torinesi hanno visitato la residenza reale di Stupinigi, eppure ci sono almeno 5 storie che pochi conoscono

A Stupinigi, tra la Palazzina di caccia, il castello medievale, il parco e le antiche case e botteghe, sembra quasi di trovarsi in un luogo lontano nel tempo e nello spazio, eppure sono solo dieci chilometri esatti a separare questo luogo da piazza Castello, il cuore di Torino collegato a Stupinigi da una delle vie più lunghe della città, quel corso Unione Sovietica / corso Turati che un tempo si chiamava appunto viale Stupinigi.

Tra gite scolastiche, escursioni culturali e naturalistiche e appuntamenti enogastronomici, Stupinigi è uno dei posti più conosciuti e frequentati dai torinesi e anche da coloro che visitano la nostra città, eppure ci sono almeno 5 storie e curiosità da sapere assolutamente per apprezzare al meglio una gita a Stupinigi.

L'ETIMOLOGIA DEL NOME

In origine questo territorio, che oggi è l'unica frazione di Nichelino, era un possedimento di un generale di Carlo Magno, che si chiamava Suppunicum. Da lì deriva il nome di Stupinigi, dove nel tardo Medioevo vi era un castello dimora dei Savoia-Acaia (ancora esistente), che poi venne rilevato dai Savoia nel 1418 da Amedeo VIII quando il ramo degli Acaia si estinse.

IL MAURIZIANO

Dopo essere stata ceduta ai marchesi Palavvicini, nel 1564 il duca Emanuele Filiberto riprese possesso di Stupinigi, che cedette formalmente all'Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro, o semplicemente Mauriziano, di cui il duca era Gran Maestro, consentendo così alla dinastia sabauda di continuare a rivendicare il possesso dell'area. Dopo varie vicissitudini, ancora oggi la Palazzina di caccia di Stupinigi, aperta al pubblico, è di proprietà della Fondazione Ordine Mauriziano, ente ospedaliero che è anche amministratore dell'ospedale Umberto I di Torino, conosciuto appunto come il Mauriziano.

LA STATUA DEL CERVO

La Palazzina di Caccia fu realizzata inizialmente da Juvarra tra 1729 e 1731, un regalo di Vittorio Amedeo II al figlio Carlo Emanuele III, in favore del quale aveva abdicato. Successivamente diversi architetti e progettisti vi misero mano, compreso lo scultore Francesco Ladatte, che a metà Settecento realizzò i piatti e i candelabri in argento, poi nel 1766 la statua in bronzo di un cervo che sormonta la cupola principale della palazzina. Anche se ancora oggi il cervo sovrasta la palazzina, la statua all'esterno è solo una copia installata dal 1992, mentre quella originale si trova all'interno della Galleria dei Ritratti.

AGNELLI, CERVI ED ELEFANTI

Secondo un aneddoto riportato dallo storico saluzzese Goffredo Casalis (1781-1856), fino al 1848 il parco di Stupinigi ospitava non solo i fagiani, le lepri e i cinghiali che si vedono ancora oggi, ma soprattutto moltissimi daini e cervi: per questo il cervo fu scelto come animale simbolo. Tuttavia questo grande animale scomparve dalla zona a causa di una strage commessa da... Agnelli. Precisamente Giuseppe Franco Agnelli, nonno del fondatore della Fiat, che si vendicò per una ingiusta multa comminatagli dai guardiani del parco per aver cacciato nei suoi possedimenti, ordinando una strage di “cervi nel parco del re” che di fatto pose fine alla caccia di questo animale nella zona.

L'attività venatoria, del resto, era stata molto intensa, tanto che per avere sempre animali da cacciare i Savoia se ne procuravano sempre di nuovi. Nel 1827, addirittura, il viceré d'Egitto Muhammad 'Ali aveva donato al re Carlo Felice un elefante, chiamato Fritz. Il pachiderma fu oggetto di curiosità per qualche anno, poi divenne aggressivo e alla fine fu abbattuto: oggi Fritz si ammira al Museo regionale di Scienze Naturali.

STUPINIGI AL CINEMA E IN TV

Le stanze arredate, i cortili, il giardino: Stupinigi è un set naturale. E infatti la palazzina è stata il set di film, trasmissioni e opere cinematografiche e televisive: “Giochi senza frontiere”, “Elisa di Rivombrosa”, “Guerra e pace, I banchieri di Dio”, “Prendimi l'anima”, della versione televisiva della Cenerentola di Rossini diretta da Carlo Verdone e nei mesi scorsi del film “Ulysses - A dark Odissey”.

(Foto: Paolobon140)


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