Cronaca

"Merry crisis": i commercianti di via Po a tasche vuote per Natale

Si salvano solo giocattoli e alimentari. La crisi tocca anche i portafogli dei più ricchi, che questo Natale andranno al risparmio. Alcuni commercianti: "bisognerebbe spostare i saldi"

I tagli all’economia costringono gli Italiani a tagliare sul Natale. A due settimane dal 25 dicembre, il parere di alcuni commercianti di via Po è drastico: “L’aria di Natale? Non l’abbiamo ancora sentita”. Non fanno eccezione i negozi di nicchia, con una clientela più abbiente. “Stiamo vendendo poco – ammette una profumiera – e mi accorgo che tutti i clienti fanno molta attenzione al portafoglio, in tutti i settori di vendita. Abbiamo notato ieri due clienti in pelliccia che guardando i prodotti confrontavano i prezzi”.

“Tutti i commercianti che conosco stanno facendo molta fatica quest’anno – dice la titolare di un negozio di antiquariato – e ci prepariamo a un aumento dell’IVA del 22 o 23% che stroncherà la nostra categoria. Le vendite sono quelle di un periodo normale, per me come per molti altri. Gli unici settori che penso si salveranno sono quello alimentare e quello dei giocattoli: nessuno è disposto a rinunciare al cenone e a fare dei bei regali ai propri figli, anche a costo di andare al risparmio su tutto il resto”. 
 
Una voce fuori dal coro, per l’appunto, arriva dal proprietario di un negozio di giocattoli: “Le vendite sono un po’ in calo, ma le prospettive sono positive. Molti ritardano gli acquisti, ma sappiamo che il bilancio dopo Natale sarà buono. Non ci mancano i clienti, anche solo quelli che si fanno mettere da parte un gioco o un peluche per poi tornare”. Il prodotto più venduto? “Anche quest’anno vanno tantissimo i Lego”.
 
 
A fronte dell’aumento dei costi, il regalo più economico resta un bel libro. Ma il parere dei librai di via Po non soddisfa: “Non c’è ancora stato un visibile incremento delle vendite per Natale, e stiamo tutti aspettando che le cose migliorino nelle prossime due settimane. Bisogna però ammettere che il libro è sempre stato un regalo dell’ultima ora, e per questo non si potranno fare bilanci prima del 24. Di sicuro, essendoci meno soldi, se ne spenderanno meno, ma non è detto che tutti i settori patiranno allo stesso modo. La mia speranza è solo che i consumatori risparmino sui prodotti più costosi, regalando libri e permettendoci risultati per lo meno all’altezza degli anni passati”.
 
Un negoziante propone una soluzione alla crisi nel suo settore, quello dell’abbigliamento: “Dovrebbero spostare il periodo dei saldi a fine stagione, invece che all’inizio. Invece che a gennaio, bisognerebbe farli a marzo se non addirittura prima di Natale. Forse così potremmo scongiurare il fortissimo calo delle vendite, che quest’anno ci sta lasciando a bocca asciutta”.

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