Economia

Stellantis, investimento da quasi 6 miliardi in Brasile: ma a Torino mette in cassa integrazione

Secondo Michele De Palma, il segretario generale della Fiom-Cgil, l'azienda rischia lo strappo con il Paese e il mondo della politica dovrebbe fare i conti con quel che ha fatto negli ultimi anni perché, sostiene, non è stato all'altezza della situazione

Carlos Tavares (immagine di repertorio)

"Stellantis rischia una rottura con il Paese". A sostenerlo è Michele De Palma, il segretario generale della Fiom-Cgil, il giorno dopo l'ennesimo annuncio di cassa integrazione su Mirafiori. Un annuncio contestuale al lancio di un piano record da parte dell'azienda automobilistica di quasi 6 miliardi di euro in Brasile. Il futuro di Stellantis sembra dunque sempre più lontano da Torino e anche l'indotto annaspa. È per questo motivo che entro il 15 aprile i metalmeccanici scenderanno in piazza per scioperare in modo collettivo. Un corteo che dovrebbe partire da piazza Statuto per arrivare in piazza Palazzo di Città, ma nel quale saranno bandite le bandiere di partito. 

La richiesta è che al corteo non ci siano bandiere di partito: la politica a suo avviso in questi anni è stata all'altezza del confronto con Stellantis? "No", risponde netto De Palma, "La politica non è stata all'altezza perché altrimenti non saremmo nella situazione in cui siamo. Facciamo l'esempio della Proma di Grugliasco: noi negozieremo ovviamente la salvaguardia dell'occupazione di quei lavoratori, ma lo stabilimento chiude. Come ha chiuso lo stabilimento della Maserati che è finito su Immobiliare.it. Perché su Grugliasco non si è aperta una discussione per vendere lo stabilimento a un altro produttore? Perché invece si è smontato lo stabilimento? Perché non c'è stato un tavolo su Grugliasco?". 

La Proma è l'ennesima azienda che chiude i cancelli a causa del calo di produzione da parte di Stellantis perché riforniva componentistica per Maserati che non solo non è più a Grugliasco, ma dal 31 marzo a Mirafiori non verrà più prodotta neppure la Levante. "Il problema per noi era la continuità produttiva perché chiudendo una fabbrica impoverisci il territorio, e ora c'è l'effetto domino per cui salta anche lo stabilimento Proma. Le responsabilità della politica sono oggettive, dovrebbero fare un bilancio di quel che hanno fatto fino a ora e fare il contrario", continua De Palma. 

"La sensazione è che per esempio Stellantis non voglia mettere nelle disponibilità di un altro produttore lo stabilimento Maserati di Grugliasco per non avere un altro competitore in casa", continua De Palma, "A questo serve la politica, a dire 'se non vi serve quello stabilimento che è fermo, noi abbiamo un investitore che lo può utilizzare per produrre, perché va salvaguardata l'occupazione e implementata la capacità produttiva su Torino'". 

Un esempio, quello della Maserati, che serve a rendere cristallino il pericolo che corre il territorio: "Il rischio è che a Grugliasco si crei il deserto industriale. Senza contare quel che può capitare intorno, e mi riferisco al commerciante che teneva il bar aperto. È chiaro che è un effetto domino sul territorio: prima c'è stata la riduzione degli occupati, poi sono stati messi in cassa, poi sono stati trasferiti e poi sono stati chiusi i cancelli. Riaprire quei cancelli deve essere una priorità del Governo, della Regione, del sindaco. Quello era il Giovanni Agnelli Plant cos'altro devono fare?". 

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