Economia

Stellantis, adesso i sindacati scendono in piazza: "Sciopero generale per difendere l'automotive"

I partiti però sono avvisati, oltre alle bandiere sindacali non dovranno esserci i simboli di nessun'altro

I sindacalisti uniti

Sciopero unitario del comparto automotive di Torino e provincia. Ad annunciarlo sono stati i sindacati del settore al termine dell'assemblea dei delegati Stellantis che si è tenuta questa mattina - venerdì 1 marzo - al Teatro Q77 di corso Belgio. Un vero e proprio scossone per l'azienda, ma anche un messaggio alle istituzioni. L'appuntamento sarà per metà aprile (il giorno preciso non è ancora stato deciso) con partenza da piazza Statuto e arrivo in piazza Palazzo di Città. 

"Percorreremo via Garibaldi per arrivare davanti al palazzo della Città di Torino, dal primo cittadino, perché lui è il primo che ci deve dare risposte", spiega Luigi Paone della Uilm, "Mi auguro che la manifestazione sia sentita non solo dai lavoratori e dalle lavoratrici, ma da tutta la città. Questo non è un problema solo di Stellantis o dell'indotto, perché ci sono migliaia e migliaia di famiglie che lavorano nel settore. Dal momento in cui viene a mancare loro il lavoro anche il negoziante avrà i suoi problemi". 

Uno sciopero storico perché si tratta di un evento unico nella storia del sindacato torinese. Mai prima di oggi sei sigle sindacali (Fim, Fiom, Uilm, Fismic, UglM, Aqcfr) avevano trovato un'intesa per una mobilitazione collettiva. "Il fatto che ci siano sei sigle che si uniscono notifica che c'è un problema serio e comune, ma anche che il sindacato sa mettere da parte la sola bandiera per fare una sinergia di intenti", commenta Sara Rinaudo della Fismic.  

"Lo immaginiamo come uno sciopero della Città", dice Edi Lazzi della Fiom, "Il rilancio di Torino parte da Mirafiori e l'orgoglio della Città deve scendere in piazza. Noi ci aspettiamo che insieme alle lavoratrici e ai lavoratori ci sia tantissima gente. Torino è la Cenerentola di Milano, noi abbiamo l'ambizione di dire che siamo una città che invece può dare tanto. Abbiamo talenti dormienti messi ai margini, noi abbiamo l'ardire di dire che la città debba essere rilanciata".
 
Accendere dunque i riflettori su Mirafiori per illuminare i problemi dell'intero territorio: "Lo scopo è quello di cercare di portare all'attenzione massima la questione per cercare di risolvere un problema che ha soprattutto la città di Torino", spiega Malio Pensi dell'Aqcfr, "Dobbiamo ritrovare l'unità di una città che per anni ha saputo difendere un'azienda come la FIAT".

In piazza durante il corteo dovranno esserci solo bandiere sindacali, questo per evitare anche il rischio di una strumentalizzazione: "Noi rivendichiamo il diritto al lavoro", continua Ciro Marino UglM, "Non è una manifestazione politica, ma un sacrosanto diritto". I sindacati chiedono (ma questo ormai lo fanno da tempo) che Stellantis garantisca nuove produzioni per Mirafiori; investimenti che avrebbero una ricaduta anche sulle tante aziende in crisi dell'indotto. 

E poi il dato finale: a quindici anni dal referendum voluto da Marchionne oggi i sindacati sono di nuovo uniti e operano in modo collettivo: "La pratica di fare delle cose insieme può aiutare le organizzazioni a trovare più sintesi in più contesti", conclude Rocco Cutrì della Fim, "E può creare condizioni favorevoli anche per altro". 

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