Economia

In vendita il 31% di Amiat, la polemica: "Penalizzati i torinesi, unico acquirente Iren"

La delibera dovrà passare dal Consiglio comunale, ma la Giunta vorrebbe dismettere il 31% del capitale sociale. Altamura parla di 75 milioni e nuovi posti di lavoro, per Ricca vorrebbe dire perderne il controllo comunale

La vendita delle quote comunali dell'Amiat è un discorso aperto nel 2012 quando, per non rischiare di non raggiungere il pareggio di bilancio, il Comune di Torino mise sul tavolo diverse quote di società partecipate. La vendita c'è stata per Sagat e così sarebbe dovuto essere anche per Gtt se fossero arrivate offerte ritenute valide (i 70 milioni di euro offerti da Trenitalia non bastarono). L'argomento è ora tornato in auge per quanto riguarda proprio Amiat con una delibera che prevede la cessione del 31% del capitale sociale detenuta da FCT Holding srl, la finanziaria del Comune di Torino.

“La cessione del pacchetto azionario del 31% di Amiat detenuto dal Comune di Torino – ha dichiarato Alessandro Altamura, presidente della Prima Commissione – rappresenta un ulteriore valorizzazione dell’azienda e dei suoi lavoratori, a fronte di un Piano industriale significativo e di un futuro investimento di oltre 75 milioni di euro, che permetteranno anche di creare nuovi posti di lavoro, oltre a mantenere un livello adeguato del servizio erogato”.

Non è d'accordo con le parole di Altamura il consigliere leghista Fabrizio Ricca. Secondo quest'ultimo la vendita sarebbe un regalo fatto ad Iren, definito come "unico vero possibile acquirente visto che ne detiene già il 49%". Una vendita del genere - sempre secondo Ricca - penalizzerebbe i torinesi perché l'Amiat non sarebbe più sotto il controllo diretto da parte del Comune di Torino. "Non possiamo cercare di sopperire ai tagli del governo con la dismissione del nostro patrimonio pubblico - sottolinea Ricca -. Il Comune ha bisogno di soldi, è vero, ma per recuperarne basterebbe trattenere tutto quello che ogni giorno mandiamo a Roma sottoforma di tasse”.


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