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Concerto di Natale al Castello di Miradolo

Il 25 e il 26 dicembre, alle 21.15, la Fondazione Cosso presenta il Concerto di Natale: la ri-lettura inedita di Membra Jesu Nostri, da Dietrich Buxtehude, curata da Avant-dernière pensée. Un invito a intraprendere un cammino attraverso le sale del Castello di Miradolo, sia fisicamente, negli spazi in cui avviene la performance, sia idealmente, nel proprio io, in un momento dell’anno, la notte di Natale, tra i più densi di emozione.

Come di consueto il Concerto sarà preceduto, alle ore 20.00, da una guida all’ascolto curata da Roberto Galimberti, ideatore del progetto artistico, con il quale il pubblico potrà confrontarsi. Un’imponente scultura lignea, centrale nella scenografia del Concerto, riflette come uno scheletro l’architettura del Castello e ne sorregge il peso, almeno apparentemente, sviluppandosi dalla biglietteria al piano nobile della dimora, per invitare il pubblico a mettersi in viaggio.

Il rimando è all’immagine della Sacra Croce e al cammino ascensionale che il fedele conduce accompagnando Cristo nelle ultime ore di vita: Membra Jesu Nostri, capolavoro barocco composto da Dietrich Buxtehude nel 1680, presenta un ciclo di sette cantate, in lingua latina, dedicate alle parti del corpo flagellato, dai piedi, alle mani, fino ad arrivare al cuore e al capo.

La partitura del più celebre tra i Maestri del giovane Bach, rappresenta una meditazione mistica in cui gli strumenti, nella rilettura concepita per l’occasione (un violino, un armonium e un violoncello), incontrano le voci del basso e del soprano. Un esercizio di contemplazione, in cui il pubblico è invitato a mettersi in ascolto e alla ricerca: la tensione non è solo verso l’alto, dalla mortificazione della carne alla redenzione, ma anche diretta all’interno di sé, per un viaggio invisibile e intimo.

Nelle sale del Castello, come “angoli di sosta”, video installazioni ritraggono, con immagini esclusive, il “Compianto sul Cristo morto” di Niccolò dell’Arca conservato a Santa Maria della Vita a Bologna: sette statue in terracotta dipinta, della seconda metà del Quattrocento, che nelle mani, nei volti, sembrano evocare lo spirito più profondo e intimo dell’uomo. In un continuo gioco di rimandi, il legno della scultura proietta le proprie ombre sui pavimenti antichi della dimora e si fa materia viva, risuonando con gli strumenti e le armonie che si compongono dai diffusori, agli angoli delle sale. È una trama invisibile quella che ciascuno può tessere, spostandosi negli spazi, alla ricerca del proprio cammino. Prenotazione obbligatoria 0121.376545.

Gli esecutori
Arianna Stornello, soprano
Cesare Costamagna, basso
Laura Vattano, armonium
Marco Pennacchio, violoncello
Roberto Galimberti, violino e direzione


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