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"Flashback", l'arte antica e moderna al Pala Alpitour

Nuova sede, nuove gallerie, nuovo programma per il mondo di "Flashback" che dal 2 al 5 novembre torna al Pala Alpitour di Torino con un allestimento tutto nuovo e numerose new entries di gallerie di arte antica e moderna. Per la sua V edizione Flashback presenta un corpus importante di opere legate al Futurismo, in quanto movimento che grida alla centralità dell’uomo. Mai come oggi, in un momento storico di grandi cambiamenti, la centralità dell’uomo, come essere umano fatto di corpo, mente, anima, spirito, è tema fondamentale; la centralità del concetto di umanità, di condizione umana sono elementi necessari per ripensare e ricostruire il nostro presente.

Alcune tra le maggiori gallerie di arte moderna, tra cui la Galleria Frediano Farsetti, la Galleria dello Scudo, la Galleria del Laocoonte e la Galleria Russo, porteranno dunque una selezione di opere di Boccioni, Severini, Russolo, Balla e dell’aeropittura futurista di Dottori e Tato; pittura, scultura, disegni che rappresentano trasformazione sociale, cambiamenti politici, movimenti di popoli, tutti fattori che arrivarono a cambiare completamente la percezione delle distanze e del tempo, "avvicinando" fra loro i continenti. Accanto alle opere, Aleandri Arte Moderna esporrà la sala da pranzo di Giacomo Balla, una “chicca” disegnata e realizzata da lui stesso per la propria abitazione, in una ricostruzione futurista dell’universo quotidiano.

 Infine sempre arte moderna con opere di Joan Mirò dalla Galleria Torbandena, di Umberto Mastroianni grazie alla Galleria Del Ponte, di Vasco Bendini con la Galleria Roccatre, di Alberto Burri con Tornabuoni Arte. Tra i preziosi tesori di arte antica che si potranno ammirare in fiera la splendida Betsabea al bagno firmato Artemisia Gentileschi e Bernardo Cavallino (1626-38) esposto da Cesare Lampronti, l’olio su tela La sete dei Crociati sotto Gerusalemme di Francisco Hayez della galleria W. Apolloni, il ritratto di John Belasyse di Anthon Van Dyck, allievo di Rubens e universalmente riconosciuto come il più importante ritrattista di tutti i tempi, presentanto dalla Galleria Robilant + Voena, la Madonna e Bimbo con San Giovannino di Abraham Janssens (1615 ca.) della Galleria Luigi Caretto e la Sibilla in terracotta della prima metà del VIII sec. della Galleria Walter Padovani. Ma anche una Pietà in legno scolpito di Jean de Chetro (ca. 1470) presentato da Flavio Pozzallo, l’olio su tela di Martin Van Meytens, il Giovane (1728) di Benappi,

L’ultima cena del bolognese Francesco Cavazzoni dalla collezione Bentivoglio D’Aragona di Carlo Orsi e alcuni olii su rame di Jan Brueghel (1635 ca.) di Caretto&Occhinegro. Flashback, l’arte è tutta contemporanea trova le proprie radici nella ricerca concettuale di Gino De Dominicis sul tema dell’immortalità, ricerca che sottolinea e stigmatizza la “contemporaneità” dell’opera d’arte come oggetto vivente ed eterno. E’ così che a Flashback, dopo la grande mostra a Roma con Achille Bonito Oliva nel 2016 e le recenti scoperte su Leonardo da Vinci in Umbria con Vittorio Sgarbi, Luca Tomio Project Room torna con un progetto espositivo intitolato "L'arte che non c'è", dedicato ai grandi maestri delle avanguardie italiane degli Anni '60/'70. Un progetto nel quale sarà esposta un'unica opera, emblematica, per ogni autore, da Salvo a Boetti, da Ontani a Paolini, tra cui spicca per rarità un misteriossimo autoritratto di Gino De Dominicis visibile solo dal vivo in base alle istruzioni da sempre fornite. 


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