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"Growin'up", la storia di Bruce Springsteen al Palazzo delle Feste

La musica e la storia di Bruce Springsteen salgono in alta quota. Scena 1312, stagione di musica-teatro dellabcittà di Bardonecchia propone, venerdì 14 agosto al Palazzo delle Feste (ore 21), lo spettacolo Growin’up, un ritratto - in bilico tra musica e teatro - del cantautore e rocker americano a partire dagli albori della sua carriera, quando ancora nessuno lo chiamava The Boss. 

Scritto da Emiliano Poddi e diretto e interpretato da Carlo Roncaglia, Growin’up è la storia dell’inizio del mito di un cantante che ancora oggi, dopo oltre 45 anni di carriera, riempie gli stadi di tutto il mondo; dall’infanzia poco felice, in povertà, con un padre di origini irlandesi perennemente ubriaco, alla folgorazione guardando per la prima volta Elvis Presley in tv. Dai primi passi con la chitarra ai concerti in tutti i locali della East Coast. Dai Castiles ai Child, dagli Still Mills alla Bruce Springsteen Band.

Per non parlare della sera in cui, in un localaccio di Asbury Park, durante un concerto per pochi intimi - che tra l’altro erano entrati solo per ripararsi dalla tempesta che imperversava fuori - entrò un enorme uomo nero con un sax in mano. Era Clarence Clemons, che da quel momento diventò il fratello di palco di Bruce. La storia prosegue fino al 9 maggio 1974, all’Harvard Square Theatre di Cambridge. Sul palco c’è Bruce, un ragazzo di quasi 25 anni con la chitarra in mano; tra il pubblico siede un certo Jon Landau, uno dei critici musicali più importanti del mondo, che pochi giorni dopo, sulle pagine del Rolling Stone, con ancora “i polpastrelli delle dita anestetizzati dopo il tanto tambureggiare sulla poltrona per battere il tempo”, scrisse sulla tastiera della sua temutissima Remington: "Stasera ho visto il futuro del rock ’n’ roll: il suo nome è Bruce Springsteen".

Parlare di Springsteen significa raccontare il mito di uno sfuggente american dream; la libertà delle highways contrapposta all’oscurità delle strade di periferia, dove giovani amanti si fanno promesse di una vita migliore; la dura esistenza dei lavoratori e dei disoccupati; la ricerca perenne di una promised land. Dall’appassionata ricerca giovanile di “Greetings from Asbury Park” all’amara constatazione della maturità di “The Ghost of Tom Joad”, Bruce Springsteen traccia, con le sue canzoni e con la sua stessa vita, la parabola di un grande romanzo americano.

 Carlo Roncaglia è accompagnato sul palco da Max Altieri alla chitarra, Enrico de Lotto al basso, Paolo Demontis all’armonica e Matteo Pagliardi alla batteria.
Lo spettacolo rientra all’interno del filone #portraits, con cui l’Accademia dei Folli traccia dei personali percorsi attraverso le canzoni di alcuni protagonisti della musica leggera internazionale, da Fred Buscaglione a Fabrizio de André, da Leonard Cohen a Bob Dylan, da B.B. King a Tom Waits.

L’ingresso al Palazzo delle Feste è gratuito, con prenotazione obbligatoria recandosi all’Ufficio del Turismo di piazza Alcide De Gasperi, 1/a e nel pieno rispetto delle norme volte a contenere il diffondersi del covid-19.


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