Eventi

Hanieh Eshtehardi al Mau

Venerdì 15 dicembre dalle 18.30 alle 21.30, presso la Galleria del Museo d'Arte Urbana, via Rocciamelone 7 c Torino, inaugurazione della mostra personale di Hanieh Eshtehardi, a cura di Edoardo Di Mauro e Daniele D'Antonio. Fino all'8 gennaio 2018, lunedì ore 17-19 o su appuntamento

Hanieh Eshtehardi, giovane studentessa iraniana da poco diplomata all'Accademia Albertina, si fa portatrice di una ricerca pittorica di estrema raffinatezza formale. Tale raffinatezza non è però fine a se stessa ma erede della grande tradizione iconografica persiana, dove la meticolosità del lavoro è sinonimo di adesione spirituale ai valori dello stesso. Un linguaggio dal sapore antico è calato nella dimensione del presente, per indagare la condizione femminile e l'ossessione per l'immagine e la cura del corpo.

Nella stagione post moderna abbiamo avuto, negli anni ’70, il fenomeno estremo della “body art” il cui il corpo si liberava dai vincoli in cui era stato ingabbiato per lunghi secoli e dalla cui sudditanza non era stato pienamente emancipato dalla società capitalista, e riscopriva sé stesso come elemento comunicante ed autonomamente “artistico”, andando a fondersi empaticamente con l’esterno e l’altro da sé a partire dalla propria condizione di consapevolezza interiore.

Ai giorni nostri i termini della questione, gli elementi dialettici, sono rinvenibili all’interno del diffuso tentativo di ricostruire una identità individuale, sottraendola alla dispersione cui pare destinata dagli ambivalenti e leggermente ambigui effetti dell’innovazione tecnologica e dell’informazione globalizzata. Quindi, all’identità dispersa e frammentata, pura forma e significante incapace di intrattenere rapporti con il prossimo con cui si limita a fugaci ed effimeri contatti, eteree toccate e repentine fughe, si cerca di sostituire il contenuto capace di dare significato all’esistenza, di riaffermare la “presenza”.

Negli ultimi tempi abbiamo assistito all’interno dello scenario sociale, e in Italia ciò e avvenuto con una particolare evidenza, ad una ulteriore deriva del concetto di corpo. Sopratutto per quanto concerne una sorta di nuova politica della sopravvivenza dove l’attenzione maniacale verso il proprio aspetto fisico è vissuto come dovere primario, e la consolazione consiste nella successiva mercificazione di sé, nel raggiungimento di una competitività in cui gioca un ruolo primario il proprio aspetto fisico.

Modificare il corpo per via chirurgica, robotica o cibernetica è l’assunto post moderno per garantirsi la sopravvivenza al di là del rischio premoderno della dipartita fisica come negazione dell’esistenza individuale. Hanieh Eshtehardi, artista dotata di una naturale predisposizione alla manualità ed alla precisione pittorica, degna di un'antica miniaturista, ha sempre posto la riflessione tra anima, corpo e mondo, al centro del suo progetto artistico ed estetico.

Dopo una ricerca iconografica stimolante sul corpo umano visto nella sua anomalia genetica, come nel caso dei "gemelli siamesi", resa con immagini dotate di un visibile senso di autentica empatia, l'artista ha indirizzato l'attenzione sulla sua storica, affascinante e tormentata terra, l'Iran, dove l'ossessione per una presenza fisica in grado di non passare inosservata, a costo di ricorrere ad estenuanti e costosi trattamenti di chirurgia estetica ha raggiunto apici sconfinanti nella paranoia, difficilmente intuibili da chi non detiene informazioni di prima mano sul paese. La giusta attenzione alla cura estetica del proprio corpo, da sempre ben viva e presente in Asia. è scivolata, forse essendo una delle poche forme di protagonismo espressivo tollerate dall'attuale regime, verso la dimensione ibrida del "postumano".



 


Si parla di