Eventi

La Kremerata Baltica all'Auditorium Lingotto

Doppio anniversario e doppi festeggiamenti martedì 21 febbraio 2017 alle 20.30 presso l’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto per il quinto appuntamento della stagione 2016-2017 dei Concerti del Lingotto, per una tappa del «20th Anniversary Tour» della Kremerata Baltica, compagine fondata nel 1997 e oggi composta da 23 giovani talenti provenienti da Lettonia, Estonia e Lituania.

Insieme alla formazione baltica il suo fondatore e ispiratore Gidon Kremer, mostro sacro vivente del violino, prossimo a compiere i settant’anni il prossimo 27 febbraio, dopo cinquant’anni di carriera vissuta come protagonista assoluto del panorama musicale internazionale.

Il programma del concerto rispecchia l’approccio anticonvenzionale al repertorio che da sempre contraddistingue l’attività della Kremerata Baltica, impegnata nella diffusione delle musiche di compositori contemporanei e nella rivisitazione sotto nuova lue di pagine di repertorio. Ed ecco dunque che la prima parte della serata prende il via con il compositore estone Arvo Pärt e una delle sue pagine più note ed eseguite, Fratres, qui proposta nella versione per violino, archi e percussioni.

Segue un autore poco noto al pubblico italiano, Mieczysław Weinberg, ebreo, polacco di nascita e successivamente costretto a spostarsi in diverse sedi dell’ex Unione Sovietica prima del trasferimento a Mosca dove stringerà un rapporto privilegiato con Šostakovič. Autore eclettico e straordinariamente prolifico, ne sarà eseguita la Sinfonia da camera n. 4 per clarinetto e archi op. 153 con la partecipazione del clarinettista Mate Bekavac nel ruolo di solista.

Russia: Masks and Faces è il titolo che lo stesso Kremer ha voluto assegnare ai brani che compongono la seconda parte della serata e che saranno eseguiti senza soluzione di continuità. Il progetto Russia: Masks and Faces, che talvolta ha previsto esecuzioni che hanno abbinato la musica alla proiezione di immagini, nasce da un comune intento con il pittore e scrittore russo Maxim Kantor di riflessione sui totalitarismi.

Il primo brano che compone questa personalissima “suite” del violinista russo è la Sérenade mélancolique op. 26 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, qui presentata nell’arrangiamento per violino e archi di Leonid Desyatnikov. Seguono i Quadri d’una esposizione di Modest Musorgskij in una originale versione per archi e percussioni da parte di Jacques Cohen e Andrei Pushkarev, per finire con la Serenata per violino solo di Valentyn Sylvestrov.


Si parla di