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Krystian Zimerman all'Auditorium del Lingotto

Krystian Zimerman è considerato uno dei maggiori pianisti viventi e ogni suo recital è una vera lezione di stile pianistico, di coerenza interpretativa e di intelligenza musicale. Ospite ben undici volte dell’Unione Musicale - la prima nel 1985 e l’ultima nel 2016, dove incantò il pubblico con l’esecuzione delle due monumentali ultime Sonate per pianoforte di Schubert - Zimerman torna nuovamente in stagione mercoledì 23 gennaio 2019 presso l’Auditorium del Lingotto alle ore 21 (serie di abbonamento dispari, pari e didomenica).

Polacco, classe 1956, Zimerman vince a soli diciotto anni il Concorso Chopin di Varsavia, svolta che gli apre le porte di una straordinaria carriera. Definito “pianista perfetto”, da sempre mette d’accordo critici e semplici appassionati per il suo virtuosismo indiscutibile, per la ricerca sofisticata del suono, di una bellezza pura, e per la sua eleganza. Interprete intransigente e perfezionista nei confronti della partitura, il suo repertorio è vasto e, oltre ai classici, include anche musica contemporanea, con particolare riferimento ai compositori polacchi (come Lutosławski che scrisse per lui un Concerto nel 1988).

Oggi l’artista può scegliere di limitare la sua attività concertistica: non più di cinquanta concerti l’anno, fondamentali per prendersi il tempo giusto e proporre il repertorio scelto con la necessaria maturità. E per non trascurare tutto il resto: la famiglia, principalmente, gli hobby come la psicologia e l’informatica, la gestione della carriera, che segue personalmente, lo studio dell’acustica delle sale dove si esibisce e delle tecnologie di registrazione e di costruzione degli strumenti. Senza dimenticare il suo pianoforte, dal quale non si separa mai, che lo segue in tutte le sale del mondo e che accorda personalmente in assoluta solitudine.

Brahms e Chopin sono gli autori scelti da Zimerman, per un recital che entra nel cuore del repertorio romantico. Nella prima parte la Sonata in fa minore op. 5, composta nell’autunno del 1853 da un Brahms poco più che ventenne, svela già un disegno architettonico sapiente, in cui la presenza delle forme classiche non arriva mai a sminuire l’ispirazione romantica, ancora profondamente intrisa di influssi schumanniani. Tutta dedicata a Chopin la seconda parte, con i 4 Scherzi scritti nell’arco di oltre un decennio (dal 1831 al 1842). Il compositore polacco inventa un genere musicale che dello scherzo della sonata classica mantiene solo la forza dinamico-espressiva e il ritmo tripartito. Rivestito a nuovo, lo scherzo di Chopin è caratterizzato dalla presenza di spunti autobiografici, slanci impetuosi e appassionati, citazioni folkloristiche e ricercatezza armonica, oltre che da un accentuato virtuosismo.


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