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Al via il Seeyousound International Music Film Festival

Seeyousound International Music Film Festival arriva alla terza edizione. Dal 27 gennaio fino al 4 febbraio, 72 proiezioni, 2 rassegne fuori concorso, 3 selezioni internazionali di film in concorso (lungometraggi, cortometraggi e videoclip) per un viaggio intorno al mondo ricco di ispirazione e fascino attraverso la complessa e fervida relazione fra musica e immagini.

L’energia di una sonorizzazione – un vero e proprio progetto speciale - aprirà il festival, con un omaggio ad una delle pellicole che hanno segnato la storia del cinema fantascientifico contemporaneo. Un evento unico, con una composizione inedita e suonata dal vivo che sarà ouverture al festival stesso.

La realizzazione di questa introduzione è curata da Andrea Ravizza, iscritto all’ultimo anno del Biennio Accademico di Composizione al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. L’esecuzione dal vivo sarà affidata ad un ensemble formato da studenti del Conservatorio coordinati e diretti da Carlo Bertola, docente titolare della classe di Musica da Camera, che ha seguito durante l’anno con un corso appositamente istituito il progetto speciale pensato proprio per Seeyousound.
 
Il film che aprirà il festival sarà, venerdì 27 gennaio alle 21, nella Sala 1 del Cinema Massimo, "Liberation Day". una première italiana che racconta l’incredibile storia del primo concerto rock organizzato in Corea del Nord. Protagonisti sullo schermo sono i Laibach, gruppo rock industrial sloveno che non ama le etichette e che ha fatto della provocazione la propria cifra stilistica.

Sotto la guida - registica e diplomatica - di un fan di vecchia data, portano le loro canzoni di fronte ad un pubblico totalmente digiuno di rock’n’roll e ignaro del suo potere, affrontando l’ideologia del regime, la ferrea censura e le differenze culturali. Sono qualcosa di completamente diverso da tutto ciò che i Nordcoreani possano aver mai visto, eppure hanno qualcosa di familiare nello stile, nell’immaginario, nella musica, qualcosa che li avvicina alle parate militari e agli arrangiamenti orchestrali solenni e pomposi.

In realtà, anche nei testi, se si guarda ai loro vecchi successi con le cover di “Life is life” o “One Vision”, si scorgono frasi che potrebbero essere tratte dal programma del Partito dei Lavoratori di Corea. Anche questo è paradosso, e con il paradosso inizia lo smantellamento delle certezze. La loro cifra è precisamente questa: plagiare il linguaggio estetico dei totalitarismi, creare parallelismi tra arte e potere, rendersi specchio di una realtà per decostruirla, boicottare la manipolazione adottando i suoi medesimi strumenti.

Si tratta per l’appunto di una “liberazione”, una sorta di reazione dello spettatore - occidentale o nordcoreano - anche nei confronti della propria visione del mondo. Sarà almeno libero di chiedersi se sia davvero convinto di sapere come stanno le cose.
Presenti in sala Mina Špiler e Ivan Novak, voce femminile e fondatore della band.


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