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Incontro con Simone Riccioni, presentazione del volume "Eccomi"

"Guardando il mondo dal punto di vista di un pallone, la cosa più importante non è chi lo prende a calci, ma sfrecciare nell'aria e rotolare nell'erba". Inizia così lo spot di 10' scritto da Simone Riccioni e diretto da Alessandro Valori per promuovere il libro "Eccomi. Un'avventura appena iniziata".

Simone Riccioni, classe 1988, nasce in Uganda da genitori missionari laici. Ama il basket, gioca come semiprofessionista in serie C e D, ma da grande vuole fare l'attore.

Comincia a farsi le ossa con gli spot televisivi (Novi, Smemoranda, Clarks) e nel 2011 nel suo primo set cinematografico accanto a Fabio De Luigi nel film Com'è bello far l'amore di Fausto Brizzi; l'anno successivo è protagonista di E fu sera e fu mattina di Emanuele Caruso per il quale, insieme a una troupe rigorosamente under 40, partecipa al crowdfunding. L'anno dopo è coprotagonista di Universitari amori in corso, una divertente commedia di Federico Moccia, in cui Simone che frequenta il Centro Sperimentale di cinematografia, racconta attraverso l'obiettivo della telecamera, la vita dei suoi coinquilini, prossimi come lui alla laurea.

Ma chi è Simone Riccioni? A leggerne la biografia è un ragazzo che pensa positivo, un vulcano di energia. Per pubblicare il suo libro sceglie Linfa, una piccola casa editrice che utilizza il "passaparola" come forma di comunicazione. Definirlo sognatore è dir poco: alla partecipazione al programma "L'Isola dei Famosi"preferisce la serie per ragazzi Life Bites, una comparsata ai Soliti idioti, o "Michelangelo", la docufiction che inaugura Sky Arte 2012, dove recita a fianco di Rutger Hauer, il replicante di Blade Runner.

Coprotagonista di La festa, thriller/horror di Simone Scafidi, che racconta la storia di dieci ragazzi che si trovano a vivere attimi di terrore dopo il sequestro avvenuto in una casa durante una festa di compleanno, nel 2013 fonda, insieme a due amici e alla fidanzata Valentina, una linea di gioielli che portano fortuna.

Simone, detto Otim che in ugandese significa "nato in terra lontana", non è Dante ma ciò che riesce a trasmettere nel suo libro è un invito ai giovani a conservare e a far crescere uno spirito libero, generoso e ottimista. Di questi tempi ce n'è bisogno.


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