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Doppio appuntamento per riflettere, al Teatro Kairos

Doppio appuntamento allo Spazio Kairos, via Mottalciata 7 a Torino, questa settimana: due spettacoli che parlano di temi d'attualità, ma che poi riverberano nei testi qualcosa che ci tocca da vicino, questioni che riguardano il singolo e la coppia, dall'incapacità di comunicare all'essenza delle persone al concetto di verità. Esiste una speciale promozione per questo weekend di novembre a teatro: il biglietto ai singoli spettacoli costa 12 euro. Il biglietto per vederli entrambi 15 euro: per averlo, basta mandare una mail a biglietteria@ondalarsen.org.

Venerdì 19 alle 21 la compagnia Laboratori Permanenti arriva al Kairos da Arezzo per portare in scena "Cedesi macelleria in cambio di giardino", scritto e diretto da Caterina Casini con Chiara Condrò e Stefano Skalkotos.

Il testo che, come si legge nella presentazione, è stato approvato da Medici Senza Frontiere, racconta di Marta e Vittorio, una coppia di quarantenni che si amano, convivono e non hanno figli. Il loro equilibrio sentimentale entrerà in crisi quando Marta, non senza difficoltà, in maniera improvvisa e traumatica, annuncia a Vittorio che partirà con un’organizzazione umanitaria verso un fronte di guerra, dove i medici in prima linea operano incessantemente. Nascono divergenze sulla visione del mondo, sulla realtà e sull’etica, nella difficile ricerca di una riconciliazione. Il testo è arricchito dall'elaborazione video di Stefano Macaione, scenotecnica di Piero Ercolani.

Note di regia su " Cedesi macelleria in cambio di giardino", di Caterina Casini
Per chi non va al fronte, per chi “vede” la guerra, essa diviene inquietudine, incertezza umana ed economica, orrore mediatico, visioni etiche e morali, ideologie, urgenza di concretezza. La capacità di orientamento è messa alla prova. Intanto si fa chiaro che la guerra è nel nostro quotidiano.

Questo testo mette in scena il dialogo tra due conviventi, Marta e Vittorio, senza figli, quarantenni, la storia di una coppia che entra in collisione.
Marta e Vittorio si affrontano, si scorticano, cercano la verità del rapporto e la verità delle loro esistenze, cercano una prospettiva, in un gioco crudele e a un tempo amorevole, che però non sospende lo scontro.
Li ho immaginati piegati, in piedi, all’attacco, con le parole ho spinto i corpi. Li ho visti cercare il cielo, e poi in caduta libera verso un’involontaria ironia. Ne è sorto un linguaggio quotidiano, che a un tratto s’accende e si capovolge in metafora.

Visti i sold out registrati nel mese di ottobre, nuova data, poi, per “Resti umani”, il nuovo spettacolo di Onda Larsen. Va in scena sabato 20 novembre alle 21 sempre allo Spazio Kairòs. Realizzato con il sostegno di Mibact e di Siae, vincitore del bando "Per chi crea", e prodotto da Compagni di Viaggio, lo spettacolo, scritto da Lia Tomatis, che è anche attrice insieme a Gianluca Guastella, Riccardo De Leo e Daniele Ronco, vede alla regia Luigi Orfeo: vuole essere una riflessione attualissima su differenze ed etichette, categorie e limiti, confini reali e imposti. Siamo ancora capaci di comunicare o siamo chiusi in un guscio di spesse convinzioni?

Lo spettacolo

Il primo riordinamento mondiale che ha catalogato le persone rimandandole ognuna a “casa loro”, sembra purtroppo non essere bastato a sconfiggere i problemi della gente come ci si aspettava. È tempo quindi per un secondo riordinamento, affidandosi alla “Legge delle segnalazioni”. Un sistema tutto nuovo che permette di segnalare le persone che si ritiene abbiano differenze fastidiose per la propria identità, in modo da ricollocare tutti questi “loro” lontano da i “noi” e nel giusto Paese. Differenza dopo differenza, però, il risultato è che non c’è altra scelta se non creare Paesi composti da un unico abitante, assegnando ad ognuno i metri quadri disponibili per la creazione del proprio Stato.

Ma lo spazio abitabile sulla terra è ormai limitato, perciò accade che 4 Paesi, di 4 persone diverse, finiscano a confinare tra loro all’interno di uno stesso appartamento. E così, tra accordi internazionali per l’uso del bagno e confini che dividono mobili a metà, degli esseri umani che fino a quel momento avevano avuto a che fare solo con la loro propria immagine, devono fare i conti con altri esseri umani e infine, forse, anche con loro stessi.

 


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