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Visite guidate animate alla mostra Maria Adelaide d’Asburgo Lorena

Guidati da Vittorio Emanuele II, Maria Adelaide d’Asburgo Lorena, Maria Vittoria del Pozzo della Cisterna e Amedeo di Savoia duca d’Aosta, sabato 23 aprile alle 10,30 – 12 – 14,30 e 16, si visiterà in esclusiva la mostra “Maria Adelaide d’Asburgo Lorena. Un angelo sul trono di Sardegna”.

Nell’anno del bicentenario della nascita, la mostra alla Palazzina di Caccia di Stupinigi ripercorre la vita e la storia della “non regina d’Italia”, in quanto sposa devota di Vittorio Emanuele II che divenne Re d’Italia solo nel 1861, sei anni dopo la sua prematura scomparsa a soli 32 anni. 

Scrisse di lei Costanza d’Azeglio: “Principessa che tutti ammiravano per la sua bellezza e che conquistava i cuori per qualche cosa di angelico negli sguardi, nei gesti e nelle parole che ne rivelavano l’animo”. L’esposizione, organizzata dal Centro Studi Vittorio Emanuele II, è allestita nella Galleria di Ponente e rientra nel percorso di visita alla Palazzina di Caccia di Stupinigi. La visita guidata animata è organizzata in collaborazione con il Gruppo Dal Pozzo della Cisterna Coordinamento Sabaudo.  

Chi era Maria Adelaide d'Asburgo Lorena

12 aprile 1842: nella cappella reale della Palazzina di Caccia di Stupinigi vengono celebrate le nozze tra Vittorio Emanuele II, allora principe ereditario, e l’arciduchessa Maria Adelaide D’Asburgo, cugina dello sposo e figlia secondogenita di Ranieri d’Asburgo, vicerè del Lombardo Veneto e di Maria Elisabetta di Savoia Carignano.

Maria Adelaide Raniera Francesca Elisabetta Clotilde nasce a Milano il 3 giugno 1822. Intelligente e perspicace cresce con un’ottima educazione, parla correttamente 5 lingue oltre a conoscere il latino e il greco. È di salute cagionevole, ma mette comunque al mondo 8 figli, tre dei quali muoiono in tenera età.

Il marito, che la chiamava Suzi o Suzette, pur attestandole stima, la tradisce ripetutamente, in particolar modo con Rosa Vercellana, la “Bela Rosin”. Donna caritatevole e devota, Maria Adelaide si dedica all’educazione dei figli, al cucito, alle pratiche religiose e alle opere pie.

Segnata dalle otto gravidanze, comincia a perdere prima i capelli e poi i denti, è incapace di reggersi sulle gambe e il suo volto, pallido e smunto, si riempie di precoci rughe. Nel 1855, dopo aver partecipato al funerale della suocera Maria Teresa d’Asburgo Toscana, viene colta da una gastroenterite che non le lascia scampo.


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