Politica

Il Governo boccia l'emendamento Cinque Stelle: " Torino non avrà i 61 milioni"

La sindaca Appendino: "Non ci fermeremo, la Città deve avere ciò che le spetta"

Torino non avrà i 61 milioni dal Governo. È stato bocciato infatti l'emendamento del Movimento Cinque Stelle, la cui prima firmataria era la deputata Laura Castelli, che chiedeva pieno ristoro a favore dei Comuni per il mancato gettito derivante dalla riforma dell'Imu-Tasi.

L'emendamento proponeva per il capoluogo piemontese una ripartizione in 3 tranches del fondo perequativo: soldi che però il comune non vedrà. "Non ci fermeremo - ha ribattuto la sindaca Chiara Appendino - finché il Governo non darà alla Città di Torino e ai suoi cittadini ciò che gli spetta". 

Anche la prima firmataria ha commentato questa decisione: "La cosa inammissibile è che alcuni comuni, come Lecce, i soldi li hanno avuti mentre ad altri, come Torino, il Governo non vuole darli. E' inaccettabile che il Mef continui a sostenere di non aver sbagliato i suoi calcoli - ha continuato la Castelli - quando ci sono diverse sentenze che lo attestano, ed è ancora più inaccettabile che tali sentenze valgano per alcuni Comuni e non per altri".

Osvaldo Napoli, capogruppo di Forza Italia in comune, ha definito "assurda" la presa di posizione del Governo: " La bocciatura dell'emendamento è in netto contrasto con la sentenza del Consiglio di Stato che aveva riconosciuto pienamente fondato il ricorso dei Comuni presentato dall'ANCI". Napoli però ci tiene a sottolineare che "la battaglia per ristorare il Comune dei 61 milioni mancanti a causa della riforma Imu-Tasi era stata avviata dalla precedente consiliatura, quando sindaco era Piero Fassino". 

 E conclude: "Rimango convinto che la battaglia intrapresa dalla giunta debba andare avanti. Non mi illudo che si potranno portare a casa i 61 milioni ma considero sicuramente realistico un accordo intorno ai 30 milioni: sarebbe un ragionevole compromesso fra le esigenze di cassa del Mef e il diritto del Comune a vedersi ristorati soldi indebitamente sottratti dal governo". 


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