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Commissariamento Teatro Regio,Cirio favorevole: "Sono soldi dei cittadini, vanno trattati con trasparenza"

La sindaca sul tema non si pronuncia e rimanda tutto a domani

Non è più tempo di ripianare bilanci con deficit milionari utilizzando risorse pubbliche. È questo in estrema sintensi il pensiero di Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, sulla questione Teatro Regio di Torino. Giusto dunque procedere con la proposta di commissariamento. Una posizione che è in linea con quella della sindaca di Torino, Chiara Appendino, che sul tema non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione rinviando tutto a domani, mercoledì 3 giugno, giorno in cui incontrerà i rappresentanti dei lavoratori. 

"A me quel che interessa del Teatro Regio di Torino è che abbiamo un'eccellenza internazionale alla quale non possiamo rinunciare e che dobbiamo difendere, ma difenderla vuol dire salvaguardarne anche gli aspetta di correttezza contabile", spiega Alberto Cirio, "Parliamo dei soldi dei cittadini e non è possibile ogni anno immaginare di ripianare deficit milionari con i soldi delle fondazioni o con i soldi pubblici. Vuol dire che qualcosa non funziona". 

Il governatore piemontese apre così al commissariamento: "Può capitare essere in passivo un anno, ma quando si consolida un passivo è necessario andare a fondo. E per andare a fondo il commissariamento può essere un passaggio necessario". 

Ieri, lunedì 1 giugno, in piazza sono scesi i lavoratori del teatro che hanno manifestato davanti al Comune di Torino denunciando il rischio licenziamenti che il commissariamento porterebbe con sè: "Il rischio dei licenziamenti nasce dal fatto che ci siano milioni di euro di passivo ogni anno. Per salvaguardare l'eccellenza del Regio e i suoi lavoratori dobbiamo fare in modo che questa realtà diventi stabile sotto il profilo economico", continua Cirio che poi conclude, "Regione e Comune continueranno a investire, ma quei soldi sono dei cittadini, degli stessi che da tre mesi non prendono la cassa integrazione e noi abbiamo il dovere di trattarli con trasparenza e mettere le carte sul tavolo. Questo è stato il motivo per cui si è voluto coinvolgere il ministero". 


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