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Creata una “mano bionica”, il giovane perse le dita per lo scoppio di un petardo

La delicata ricostruzione parziale della mano destra e la successiva applicazione di una protesi di ultima generazione su un paziente di 20 anni.

“Sono molto contento. È stato un periodo durissimo, gli ultimi mesi non sono stati semplici, ma adesso è arrivato il momento di guardare avanti – racconta Lorenzo Di Modica –. Una nuova fase della mia vita è appena iniziata! Voglio ringraziare i medici dell’ospedale CTO e i tecnici di Officina Ortopedica Maria Adelaide per il grande lavoro fatto e per l’aiuto che sono riusciti a darmi”. 

Ricostruite le dita e applicata una protesi bionica parziale 

Un caso che ha visto la collaborazione tra Ospedale CTO della Città della Salute e Officina Ortopedica Maria Adelaide. Le due strutture sono eccellenze riconosciute in tutta Italia e hanno lavorato in perfetta sinergia per permettere a Lorenzo di recuperare la mobilità del suo arto destro. Grazie all’intervento cui il giovane si è sottoposto, è stato possibile conservare buona parte della muscolatura e nervi al fine di garantire le connessioni per la protesi mioelettrica applicata successivamente.  

Lo scoppio di un petardo e la perdita della mano destra 

Il giovane Lorenzo Di Modica, ventenne di Druento, il primo gennaio 2019 ha perso la mano destra in seguito allo scoppio di un petardo durante i festeggiamenti di Capodanno. Subito dopo l’incidente il giovane è stato trasferito in elisoccorso all’ospedale CTO dove, dopo un’operazione di tre ore, l’equipe del dottor Bruno Battiston è riuscita a ricostruire parti dell’anulare e del mignolo, amputando la parte di mano compromessa, in modo tale da permettere interventi microchirurgici ricostruttivi o il posizionamento più adatto di una protesi. 

La mano bionica

Officina Ortopedica Maria Adelaide ha applicato al ragazzo la i-Digits, una protesi multiarticolata per amputazione parziale di mano che si muove grazie ad un sensore mioelettrico e a due batterie, consentendo a Lorenzo di compiere sia movimenti elaborati, come prendere piccoli oggetti, allacciarsi le scarpe, che altri semplici come indicare un oggetto o stringere la mano. 

Professor Giuseppe Massazza, Direttore Dipartimento Ortopedia Traumatologia e Riabilitazione Città della Salute e Università degli Studi di Torino, Scuola di Medicina e Chirurgia: “In urgenza il paziente Lorenzo Di Modica è stato preso in carico e trattato dalla dott.ssa Elisa Dutto, della Struttura Ortopedia e Traumatologia 2 diretta dal Dott. Bruno Battiston, in servizio di reperibilità microchirurgica, per salvare ciò che rimaneva della mano, parte del mignolo e dell’anulare, con la prospettiva di un utilizzo basilare per alcune attività quotidiane. Ogni anno l’uso di botti e petardi causa lesioni devastanti principalmente alle mani. Il nostro augurio e lo scopo di campagne di informazione è che i giovani possano realizzare quanto sia devastante la lesione da scoppio, che di solito coinvolge la mano dominante”.

Dottor Bruno Battiston, Direttore S.C. Ortopedia e Traumatologia 2 ad indirizzo Chirurgia della Mano CTO della Città della Salute di Torino: “Talvolta si riescono ad eseguire ricostruzioni con tecniche microchirurgiche riuscendo a salvare le parti lese, ma spesso la gravità del danno costringe ad amputazioni anche ampie. In urgenza il chirurgo deve decidere con rapidità quali parti poter salvare e la scelta è sempre legata alla possibilità di interventi ricostruttivi microchirurgici da effettuare successivamente oppure alla tipologia di protesizzazione da adottare. È necessario usare la massima prudenza e attenzione nell’acquistare e maneggiare petardi o materiali esplosivi, che spesso sono veri e propri ordigni”. 

Dott.ssa Elisa Dutto, Dirigente Medico S.C. Ortopedia e Traumatologia 2 ad indirizzo Chirurgia della Mano CTO della Città della Salute di Torino: “Nell’attività del chirurgo della mano è fondamentale conoscere le possibilità di trattamento futuro sia dal punto di vista chirurgico che protesico al fine di prendere le decisioni migliori per ridurre o rendere meno faticoso al paziente un percorso di cura che è impegnativo per la lunga e costante fisioterapia ed oltretutto segnato da una forte componente psicologica per il tipo di lesione. Il percorso terapeutico viene svolto in concerto tra i chirurghi della mano della Struttura Ortopedia e Traumatologia 2 diretti dal Dott. Battiston, i fisiatri e i fisioterapisti diretti dal Prof. Massazza, le psicologhe afferenti al servizio di Psicologia Clinica Traumatologica Dipartimentale ed i tecnici delle officine ortopediche”. 
    
Dottor Roberto Ariagno, Direttore Officina Ortopedica Maria Adelaide: “Questa protesi consente di accedere a una presa automatizzata compiendo un piccolo movimento muscolare che Lorenzo ha già imparato. C’è un accesso immediato, tramite app, a 12 modelli di presa pre-programmati, consentendo un'enorme versatilità e flessibilità nella personalizzazione della mano per una varietà di attività quotidiane. È in via di definizione un progetto che CTO e Officina Ortopedica Maria Adelaide hanno presentato alla Città di Torino, al fine di realizzare una campagna di sensibilizzazione sui pericoli che possono scaturire dall’uso dei petardi. Il progetto è previsto nel periodo lontano dalle feste natalizie, proprio per lavorare in anticipo sul tema”.       


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